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Ibon Aranberri presso la Fundació Antoni Tàpies

Creato il 23 marzo 2011 da Witzbalinka

Di recente il Museo de Arte Contemporáneo de Barcelona (MACBA) ha acquistato un’opera datata al 2004 e consistente nella ricerca documentata attraverso fotografie e testi vari di un’azione consistente nella chiusura, facendo uso di una struttura metallica, dell’accesso a una grotta situata in un luogo determinato situato sulle montagne dei Paesi Baschi, la cui particolarità è quella di presentare un piccolo passaggio per il transito delle tartarughe.

aranberri

Impossibile tuttavia il passaggio per le persone. Si tratta di un’opera che aspira a significare e ricodificare il paesaggio attraverso un intervento sullo stesso incentrato sulle nozioni filosofiche dei simboli e dell’identità. Nelle succinte parole dell’autore di quest’opera “la chiusura della mia grotta non riguarda la natura, bensì la coscienza umana e questa è una differenza fondamentale… Anche se potrebbe sembrare violento non lo è. Riguarda solo la nostra immagine della sacralità. Ha una funzione simbolica”.

Il nome dell’intervento è Ir. T. Nº513 zuloa. Extended Repertory e quello del suo creatore Ibon Aranberri (Itziar-Deba, 1969), un enigmatico artista che, conosciuto solo in parte, negli ultimi anni ha conquistato un sempre maggiore prestigio internazionale grazie a lavori simili a questo, opere concepite in forma di progetti situati tra la narrativa documentaristica e il formalismo astratta, dove il materiale artistico essenziale è rappresentato dalla natura e dalla storia.

Finalmente, dopo diversi spostamenti (la mostra cominciò a essere preparata nel 2004),  presso la Fundació Antoni Tàpies de Barcelona (calle Aragó 255, http://www.fundaciotapies.org/site/)  ), è ora possibile visitare fino al prossimo 15 maggio una retrospettiva supervisionata da Nuria Enguita Mayo, incentrata sugli ultimi dieci anni della sua attività artistica, compresa Ir. T. Nº513 zuloa. Extended Repertory, forse la meglio riuscita illustrazione del procedere artistico e delle inquietudini di Aranberi, con la particolarità di includere per l’occasione alcuni resti originali ritrovati durante gli scavi effettuati nella grotta.

Come la concepisce lo stesso Aranberri, la tanto attesa mostra, intitolata “Organigramma”, si articola in una serie di circoli concentrici che, presentando sia opere concluse sia frammenti di antiche opere decontestualizzate,  tracciano una sorta di itinerario che attraversa gran parte della produzione dell’artista basco, volta molto spesso ad esporre le modalità attraverso le quali il potere cerca di manipolare territori e paesaggi e le possibilità che abbiamo per costruire il passato attraverso il presente.

Per il responsabile della mostra il lavoro di Aranberri verrebbe a dimostrare in definitiva, attraverso un contenuto politico espresso più attraverso le modalità di realizzazione piuttosto che attraverso le tematiche trattate, che i tempi moderni sono sostanzialmente  incapaci di esprimere la nozione e il sentimento del sublime.

Ciononostante l’opera esposta risulta sempre stimolante per la mente, soprattutto se ci riferiamo a lavori come Política hidráulica, Diseño de nuestro desarrollo, Ría y acantilado, Found Dead o Gramática de meseta, lavoro particolarmente bello basato su uno spostamento di monumenti.





Paul Oilzum Only-apartments Author
Paul Oilzum

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