Ibsen: I capolavori – Henrik Ibsen

Creato il 17 gennaio 2013 da Maxscorda @MaxScorda

17 gennaio 2013 Lascia un commento

Arrivo a Ibsen per merito di Carmelo Bene. In piu’ occasioni egli non manco’ di definirlo un maestro ed essendo Bene una mia fonte d’ispirazione ed emerito rappresentante delle cultura tutta, vale sempre seguire le sue indicazioni.
Normalmente evito le raccolte economiche ma questa volta la Newton Compton mi ha fatto ricredere. Confrontando alcuni testi con altre traduzioni, trovo qui le piu’ scorrevoli e leggibili, realizzate da traduttori diversi ma sempre di ottimo livello. Ancor meglio scopro nelle presentazioni di Giovanni Antonucci, importanti informazioni sull’opera e sulle sue rappresentazioni, analisi concise e attente sulle diverse interpretazioni registiche ed attoriali nel corso dei decenni, con commenti critici all’occorrenza anche feroci ma ben giustificati.
Restando a Ibsen, si inizia con "I pilastri della societa’" per arrivare a "Hedda Gabler", percorso che senza dubbio tocca il meglio della sua produzione.
Ibsen, uomo dell’etica, colui che antepone il credo delle proprie idee al di sopra della vita stessa, la morale come unica ragione di vita laddove essa si giustifica nella coerenza e nella dignita’.
Il drammaturgo norvegese sa essere innovatore, precursore di tematiche lungi dal divenire quotidiane come l’emancipazione femminile in "Casa di bambola" o a "Donna del mare"  ma egli  va ancora oltre nel segnare con forza il fato di una Hedda Gabler terribile, che pure paghera’ la sua follia sempre per quel contrappasso regolato dalla coscienza e dalla solidita’ morale dei propri principi.
Il teatro di Ibsen si caratterizza con gli anni di tinte mano a mano piu’ scure, colpa e condanna si stringono in un abbraccio sempre piu’ serrato e si passa dal bonario e accondiscendente finale de "I pilastri della societa’" alla tragedia de "La casa dei Rosmer", progressivo indurimento nei confronti delle scelte mancate, delle verita’ taciute, delle menzogne impunite.
Ecco quindi che lo scrittore arriva prima e ancora oggi meglio di altri, nello strappare il velo d’ipocrisia ad un sistema sempre pronto e prono a definire e giudicare le persone in base al sesso, alle opere compiute oppure omesse, spesso presunte o solo narrate, denunciando nel contempo i mali legati alla mancanza di etica o ancor peggio agli interessi dietro stampa e giornali, come nel miglior esempio de "Un nemico del popolo" che pare dato pubblicato oggigiorno.
Molti i tentativi di inscrivere Ibsen all’interno di letture ideologizzate, tentativi finiti regolarmente nel ridicolo laddove i valori espressi non possono rimanere intrappolati nel cortiletto dell’inevitabile critico saccente di turno ed e’ per questa ragione che ieri come oggi e certo domani, Ibsen e’ una lettura importante nella quale scoprire un senso universale di giustizia, una verita’ non assoluta ma umana, quella si.


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