Ice Bucket Challenge: quando la beneficenza diventa virale

Creato il 26 agosto 2014 da Innovationmktg @InnovationMktg

Spesso, parlando di marketing, soprattutto sui social, si fa riferimento all’importanza del contenuto virale.
Purtroppo però, pur essendo divertenti e coinvolgenti (basti pensare all’Harlem Shake o alle NeckNomination) questi contenuti non hanno quasi nessun significato.

Le cose sembrano però cambiate grazie all’Ice Bucket Challenge, di cui ormai sarete tutti a conoscenza: persone normalissime, ma anche, e soprattutto, personaggi famosi che si fanno buttare addosso un secchio di acqua ghiacciata.

Sembra un’iniziativa stupida a dir poco, soprattutto in un’estate fredda come questa, ma in realtà è tutto per una buona causa: la beneficenza tramite raccolta di fondi per la ricerca sulla SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), una malattia neurodegenerativa che distrugge a mano a mano i motoneuroni, rendendo gli arti, e i muscoli in generale, completamente immobili senza però intaccare la mente, costringendo i malati a vivere imprigionati dentro il proprio corpo.

L’opinione pubblica si è divisa in due: quelli che adorano l’iniziativa e hanno aderito prontamente, lanciandosi a loro volta secchiate d’acqua gelida; e quelli che l’hanno criticata pesantemente definendola “narcisismo mascherato da altruismo”.
Molti video, infatti, mostrano solo la sequenza della doccia ghiacciata, senza nessun appello a donare, né informazioni sulla malattia.
Fortunatamente però ci sono anche moltissimi youtuber e personaggi più o meno famosi, che nel video vengono ripresi con libretto degli assegni e che riportano i link ai quali donare (i più virtuosi donano anche ad associazioni per la donazione di acqua nei paesi poveri, dopo lo spreco di quella contenuta nel secchio).

In ogni caso, opinione pubblica a parte, i risultati di questa iniziativa di beneficenza sono davvero impressionanti: il denaro ricevuto dal 29 luglio è passato dai 4 milioni di dollari del 12 agosto ai ben 41,8 milioni del 21 (di cui 10 in sole 24 ore). Per non parlare dell’incremento rispetto all’anno scorso, in cui le donazioni erano di soli 2,8 milioni di dollari.

Anche dal punto di vista strettamente social i numeri sono parecchio significativi. Solo su Facebook oltre 28 milioni di utenti hanno parlato della Challenge, e sono stati creati circa 2,4 milioni di video da centinaia di celebrità e persone influenti.

Andando a fare un’analisi approfondita, ecco quali sono le principali ragioni del successo dell’Ice Bucket Challenge:

  • Influencers: L’azione è partita da Pete Frates, un ex giocatore di baseball 29enne del Boston College che aveva già donato per la ricerca sulla SLA (e a cui è stata diagnosticata) e che ha postato il primo video su Twitter. Tra i primi a seguirlo sono stati nomi importanti come Bill Gates, Mark Zuckerberg, Lady Gaga, Shakira e persone che riescono a generare un forte engagement.
  • Vicinanza Geografica: La costa Est degli Stati Uniti è un’area densamente abitata e le persone sono più inclini a supportare cause benefiche vicine alla propria realtà.
  • Scadenza Temporale: si hanno 24 ore da quando si viene nominati per poter donare e questo dà alla sfida un senso di urgenza che stimola le persone a rispondere in fretta.

Insomma, sembra che il fenomeno non si fermerà tanto in fretta, e in questo caso crediamo che la viralità e i social finalizzati alla beneficenza siano davvero un’ottima cosa.
Se volete aderire, donando a vostra volta, ecco il link dell’Aisla, l’associazione italiana per la ricerca sulla SLA.

Autore: Valeria Castelli

Social Media Manager e Web Content Writer presso Innovation Marketing®


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