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Icemark

Creato il 23 aprile 2012 da Labellaeilcavaliere
Stuart Hill
Icemark

Vi è mai capitato che una zia vi regalasse un libro che non avete mai notato o sentito nominare? Certo, già solo per il fatto di avervi regalato un libro è la migliore, soprattutto se è una mosca bianca tra gli altri familiari che si schermano dietro un: «Leggi già tanto». Neanche fosse una malattia.
Comunque, benché infinitamente grata del dono, ho messo Icemark da parte fino a che, in un momento di panico noto come “non-ho-nulla-da-leggere”, mi è ricapitato tra le mani. A quel punto, titubante e diffidente, l’ho aperto e ho letto le prime parole. Poi non mi sono più fermata. Fortuna che la stessa zia mi ha regalato il seguito.
La festa di Yule è alle porte e con essa giunge per Icemark la terribile minaccia dell’esercito del Polypontus. Scipio Bellorum è l’astuto generale nemico, nonché formidabile e crudele stratega. Gli scontri sono micidiali fin dall’inizio e tra i caduti vi è anche il re Redrought. L’erede al trono è Thirrin, una giovanissima principessa guerriera, consapevole di non poter sconfiggere Bellorum da sola. Accompagnata da Oskan Figlio di Strega, Thirrin cerca e ottiene l’alleanza di creature fino a poco prima disprezzate, considerate da tutti selvagge e sleali. Già dalle prime pagine, la principessa si dimostra avveduta e riesce a conquistare la fedeltà degli uomini-lupo, i primi a intervenire in suo aiuto. Alla straordinaria schiera di Icemark si aggiungeranno i Gufi delle Nevi, il popolo della Grande Foresta, le Loro Maestà Vampire e i Leopardi delle Nevi. È difficile sconfiggere un esercito sempre più numeroso e la cui arma più potente è la paura, ma Thirrin deve rischiare tutto sostenuta dal sacrificio dei suoi alleati.
Le descrizioni sono tanto incantevoli che il lettore compie un viaggio con Thirrin e Oskan, condividendone dolori, paure e gioie. La scrittura di Hill esprime efficacemente le emozioni, ma non cura i personaggi secondari come re Redrought, benché siano determinanti nello svolgersi degli eventi. Se da un lato i personaggi tendono ad essere piatti, dall’altro spiccano gloriose battaglie che lasciano con il fiato sospeso e il cuore in gola. La trama si offre a una prosa più completa e complessa, non ci sono eroi travagliati, stucchevoli scene romantiche; lo stile è semplice e diretto e il ritmo di lettura inevitabilmente serrato.
Battaglie, regni temibili, alleati misteriosi, nomi altisonanti, emozioni e ambientazioni intriganti, che riecheggiano l’antica Roma, sono gli ingredienti di un romanzo d’esordio ben riuscito e avvincente.

Amaranth

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