Scherzi da prete. Scherzi da professorini. Scherzi da banchieri. Tre per uno come si addice a questo discount della politica. E quell’uno è l’eliminazione dei privilegi della Chiesa sull’Ici su cui si sta esercitando la sobria presa per i fondelli dell’esecutivo. Il sub segretario all’Economia Polillo, uomo dell’eterno sottobosco del potere e masticatore di sciocchezze per le platee televisive, ha chiarito con candore che ci stanno prendendo in giro: le attività commerciali, ufficialmente “no profit” della Chiesa pagheranno sì l’Ici o Imu, ma solo se non saranno in passivo.
Ecco spiegato come mai si è deciso di far partire l’eventuale pagamento dall’anno prossimo: per dar tempo di mettere mano ai bilanci e far risultare tutto in passivo. Ci vuole niente per scuole parificate e ospedali : basta, per esempio, mettere a bilancio spese future e il gioco è fatto. Così fingendo di voler mettere rimedio a un’ingiustizia se ne sta creando un’altra più grande e più evidente, perché l’Ici che è una tassa patrimoniale diventa per la Chiesa e solo per lei, una sorta di tassazione forfettaria sui guadagni. Una scappatoia indegna che fra l’altro crea anche un danno collaterale: quello di indurre a presentare i bilanci in rosso evadendo anche il resto delle imposte.
Non ci vuole poi molto a trasformare anche attività più direttamente mercantili come hotel, ostelli o quant’altro, in onlus per i pellegrini, oasi di preghiera in attività insomma che con un po’ di pia fantasia possano essere fatte passare per “no profit”: il profitto non conosce limiti. Del resto lo stesso Polillo quando dice che al massimo l’operazione Ici alla Chiesa nel suo complesso, frutterà un centinaio di milioni mette in luce il marchingegno truffaldino: se si pensa che le sole scuole cattoliche sono più di 7100 con molte decine di milioni di metri quadri disponibili, si vede che c’è tutta l’intenzione di far pagare poco o niente. Da notare che quanto si ricaverà globalmente, è comunque molto inferiore a quanto lo stato spende per contributi vari alle scuole private cattoliche che oggi supera di parecchio il mezzo miliardo l’anno, non tenendo conto dei contributi degli enti locali.
Se poi si collega questo alla mancanza di un censimento credibile delle proprietà della Chiesa e alla pervicace intenzione di non farlo, il quadro della presa in giro ai cittadini e alla stessa Europa, diventa clamoroso. E riceve anche la conferma da parte del ministro La Fornero, la quale dice che la Chiesa non deve pagare visto che fa il welfare che lo Stato non può permettersi. La preclara docente che forse in altri Paesi non sarebbe ritenuta idonea all’insegnamento dell’educazione civica alle medie, scambia le opere di carità con il welfare e trascura il fatto che il Vaticano si succhia 4 miliardi l’anno, di cui solo una piccola parte va in assistenza caritatevole. Ma si sa, mica vogliamo che premier e ministri vadano all’inferno contrastando davvero i voleri di Santa Romana Chiesa: l’inferno è solo per gli altri.