iCloud
Steve Jobs rassegna le dimissioni ma la nave va avanti a gonfie vele: sfruttando i tempi ormai maturi Mobileme cresce, sgambetta e si trasforma in un nuovo servizio integrato. iCloud. Ma è veramente quello che serve alle nostre esigenze? Quali sono le alternative? Oggi parliamo di storage online: buona lettura!
Parla potabile
MobileMe è un servizio di archiviazione digitale a pagamento: i nostri file vengono spediti sui server Apple al sicuro e possiamo vederli identici (quindi sincronizzati) su tutti i nostri dispositivi: Apple TV, iPhone, iPad e vari computer Mac.
iCloud si propone si fare questo meglio: offre dei tagli più generosi (20$ per 10 GB, 40$ per 20 GB, 100$ per 50 GB) in modo da incontrare le esigenze di più utenti. Ovviamente i primi 5 GB di spazio saranno gratuiti (come ormai fanno tutti gli operatori del settore, vedi Dropbox e Sugarsync) e per gli altri si pagherà questa cifra annuale (che non risulta nemmeno tanto, a conti fatti, valutando la qualità del servizio).
Perché un utente Apple/PC dovrebbe farlo?
I tuoi documenti vengono smistati in modo identico su qualunque dispositivo, semplicemente accedendo a questa funzione: nessun backup, niente complicate impostazioni da seguire. Quello che ti serve è con te, quando vuoi e sempre aggiornato. Per il piccolo privato magari sembrerà eccessivo, ma per un uomo d’affari con calendari e appuntamenti questo fa una grossa differenza (principalmente quella di un uomo puntuale e di uno che si è scordato l’appuntamento e deve correre come un maratoneta).
Apri iCal, la tua mail, la tua rubrica indirizzi: con un solo click tutto va al suo posto, lasciandoti libero dalle magagne informatiche e regalandoti il tempo di focalizzare le tue risorse sulle cose veramente importanti.
Tu stai scherzando: solo 50 GB online? Hai visto gli altri?
Per un utente Apple che non vuole complicazioni iCloud è consigliabile, in quanto riesce a gestire cartelle complesse come le librerie iTunes e iPhoto senza problemi. I software di terze parti, per quanto s’impegnino, a volte non riescono a garantire la perfetta sincronizzazione e questi ritardi, a livello professionale, costano parecchio.
Tra i concorrenti abbiamo l’ottimo Dropbox; semplice, immediato e intuitivo. I primi 2 GB sono gratis (ampliabili grazie ad amici), altrimenti pagando si viaggia a 50 GB (10$ al mese), 100 GB (20$ al mese) e la soluzione Team (oltre 350 GB), dove il costo non è specificato sul sito. È adatto ad utenze private, ha un’interfaccia amichevole, offre poche opzioni semplici ma funzionanti e garantisce il servizio che promette; come inizio è davvero ottimo.
SugarSync è adatto a liberi professionisti, addetti del settore con esigenze specifiche di sincronizzazione; il prezzo annuale regala 2 mesi rispetto a quello mensile, per cui vale la pena di fare un pensiero per un pagamento unico. Qui troviamo 30 GB a 5$/mese, 50$ annui (arrotondo per comodità), 60 GB (10$/mese, 100$/anno), 100 GB (15$/mese, 150$/anno) ed è la più popolare tra le offerte. Salendo si toccano i 250 GB (25$/mese, 250$anno), sfiorando la versione beta a 500 GB con il prezzo promozionale di 40$ mensili e 400$ annui. Essendo una versione beta è in fase sperimentale, per cui non è detta che venga mantenuta (ad esempio nel caso che ricevano troppe poche richieste).
Giusto per motivare il vostro investimento SugarSync propone una tabella comparativa (MobileMe e Dropbox compreso), dove fa sfoggio delle sue funzionalità avanzate a prezzi concorrenziali. Per chi ha bisogno di puro e semplice storage lontano da casa e al sicuro da furti/incendi e catastrofi naturali è la scelta obbligata, specialmente se per lavoro utilizza un iPad o un Macbook Air dalla ridotta memoria.
Non è tutto oro quello che luccica…
I problemi, purtroppo, nascono a casa di tutti: SugarSync ammette di avere qualche problema con le cartelle iTunes (le uniche, forse, per le quali sarebbe giustificabile un tale impiego di spazio online) , iPhoto non ne parliamo neppure. È vero, direte voi, chi ricorre a questi servizi non usa certo iPhoto per trattare le foto ma utilizza le soluzioni integrate di Adobe e soci; però sono cose importanti per chi, dovendo acquistare per conto di un cliente, deve aver la piena garanzia che il servizio supporti specifiche caratteristiche.
iCloud sta arrivando, l’autunno è alle porte: aspettiamo trepidanti questa soluzione, sperando che possa risolvere i problemi di sincronizzazione che affliggono le nostre case “informatizzate”; nel mentre sapete su cosa potete orientarvi. Essendo soluzioni di terzi, però, non aspettatevi la stessa comodità e semplicità che offre l’integrazione di un servizio come MobileMe, sia ben chiaro. Onestamente spero che anche Dropbox e SugarSync aumentino l’integrazione alle piattaforme della Mela, in modo da rappresentare una reale alternativa e non un semplice ripiego.
Marco