Posso leggere un libro senza capire cosa c’è scritto dentro?
Posso apprezzarne l’aspetto, la legatura, la copertina.
Ma se non conosco la lingua nella quale è scritto, difficilmente potrò dire di averlo compreso fino in fondo.
I quadri antichi, di solito, rappresentano qualcosa.
Sono l’illustrazione di un “testo”, in senso ampio. Non sono solo figure messe lì a caso.
In questo senso, mi pare che Boetto abbia qualche problema.
Vediamo ad esempio questo quadro (qui):
NASINI GIUSEPPE NICOLA
(1657-1736)
Scena mitologica
olio, autentica Prof.Torriti cm. 116×98
Non è Scena mitologica, bensì il re Saul che torna dalla battaglia e vede le donne che acclamano Davide. Potremmo chiamarlo Invidia di Saul.
Ecco il brano relativo (I Sam, 18, 6-9):
Al loro rientrare, mentre Davide tornava dall’uccisione del Filisteo [cioè Golia], uscirono le donne da tutte le città d’Israele a cantare e a danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i timpani, con grida di gioia e con sistri. Le donne danzavano e cantavano alternandosi: “Saul ha ucciso i suoi mille,
Davide i suoi diecimila”. Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: “Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dato mille. Non gli manca altro che il regno”. Così da quel giorno in poi Saul si ingelosì di Davide.
Sull’attribuzione non spendo parola, e non farò neanche lo sforzo di portare a confronto un Nasini vero.
Del resto la performance iconografica si commenta ampiamente da sola.
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Ancora più strano questo (qui):
fine sec.XVIII
Mercurio e Ira
olio, cm. 48×62
Mercurio e Ira?
Ira Fürstenberg? (che poi non si chiamava neanche Ira, ma Virginia)
Di mestiere pastore.
Proviamo con Mercurio consegna a Paride il pomo della discordia.
Ora di Epica, seconda superiore.
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Ma il meglio è di gran lunga questo (qui):
Figure al pozzo
olio cm. 70×31
Ma porca miseria…
Sì è vero, sono vicino al pozzo.
Così come la Divina Commedia è la storia di un uomo che cammina in un buco, poi su un monte.
Proviamo a mettere su GoogleImmagini “Tiziano amor sacro” (provate):
Un quadretto poco noto…
E sì che sono anche genovesi, da Boetto.
Abituati a portarsi a spasso per il paese l’amore sacro e l’amor profano.