Microsoft fa il punto sui risultati del programma di Self-Publishing, presentandoci 11 titoli nostrani pronti a sbarcare sulla sua console. Da The Town of Light ad Albedo, passando per In Space We Brawl e Redout.
Angelo "Wildbone" De Martini è un famelico appassionato di videogiochi, dategliene uno di qualsiasi genere e ne farà un boccone in compagnia del suo fidato PC. Se potesse scapperebbe con lui in Giappone, continuando ad amare la scrittura e a videogiocare come un matto. Lo potete trovare su Facebook.
Ne è passata di acqua sotto i ponti dalla Gamescom del 2013, quando Microsoft annunciò il suo programma di self-publishing dedicato agli sviluppatori indipendenti. Fu una mossa intelligente e necessaria, spinta dall'esigenza di entrare in contatto con i talenti della scena indie, superando barriere logistiche e comunicative che fino a pochi anni prima sembravano invalicabili.
Da allora ID@Xbox è cresciuto notevolmente, concedendo a molti team di sviluppo non solo gli strumenti per lavorare al meglio, ma anche la visibilità necessaria per aspirare ad un buon successo commerciale. Per fare il punto della situazione e darci un'idea dei risultati ottenuti dal programma, Microsoft ci ha invitato ad un evento milanese, in cui siamo entrati in contatto con ben 11 titoli nostrani già approdati, o in procinto di approdare, su Xbox One e Windows 10.
Nemo propheta in patria?
I lineamenti del programmaLo scopo di ID@Xbox è semplice e preciso: permettere a tutti gli sviluppatori, a prescindere dal background d'appartenenza, di portare le loro idee sulle piattaforme Microsoft, fornendogli al contempo la necessaria risonanza mediatica (marketing e distribuzione) per raggiungere una platea di giocatori sempre più vasta.
Il ruolo della piattaforma è quello di restare "tra i piedi" il meno possibile. Microsoft si occupa di abbattere quelle barriere comunicative e logistiche, ma allo stesso tempo vuole salvaguardare la libertà creativa del team indipendente, sia questo composto da veterani del settore oppure formato da esordienti.
Obiettivo fondamentale della società di Redmond è quello permettere agli sviluppatori indipendenti di avere gli stessi strumenti che hanno i team di proprietà dei grandi publisher: supporto per il multiplayer, Game DVR, Kinect, transazioni in-game, update, DLC, SmartGlass, sono tutte funzioni a cui i piccoli sviluppatori avranno accesso. Tutti i team che vengono accolti nel programma ricevono gratuitamente i plugin e le licenze software (come quella di Unity, con cui Microsoft ha una forte partnership) e due devkit Xbox One. Ad oggi sono oltre mille gli sviluppatori nel mondo che hanno ricevuto un devkit da Microsoft.
Chiunque entri a far parte del programma ID@Xbox, inoltre, non deve pagare a Microsoft alcun tipo di quota per le certificazioni, gli aggiornamenti e le patch apportate al proprio prodotto. Questo significa che lo sviluppatore può aggiornare il suo titolo ogni volta che vuole (ovviamente passando prima per l'iter di certificazione), senza dover sostenere alcun costo di piattaforma.
Insomma: abbattere le barriere, garantire l'accesso ai tool di sviluppo, permettere ai team di partecipare agli eventi più importanti del settore; costruire quindi un ecosistema in cui uno sviluppatore con una buona idea possa lanciare il suo titolo, raggiungere un'audience sempre più ampia, e ottenere un meritato successo commerciale.
Sullo showfloor dell'ID@Xbox di Milano abbiamo avuto modo di apprezzare alcune delle produzioni italiane più interessanti disponibili o in arrivo su Xbox One.
La prima di queste, che potremmo definire tranquillamente come uno dei "best of show", è The Town of Light, realizzato dai fiorentini di LKA.it. Il titolo, un'avventura story-driven in prima persona, narra di Renée, una giovane ragazza che venne rinchiusa in un manicomio quando aveva appena 16 anni, solamente perché incapace di ritagliarsi il suo spazio nel mondo. La storia è ambientata in Italia, in una perfetta ricostruzione dell'ex ospedale psichiatrico di Volterra, che fu chiuso nel 1978 in seguito alla Legge 180 di Francesco Basaglia. Uno degli aspetti che più colpisce di The Town of Light è proprio l'ambientazione cupa e abbandonata, vissuta attraverso la confusione della protagonista, che però non viene esasperata dai tipici "jumpscare" degli horror game, bensì è esaltata dalla pura e semplice verità sulle barbarie compiute in un luogo realmente esistito. Durante l'esplorazione, infatti, sarà facile imbattersi in documenti dell'epoca, scritti con le reali calligrafie dei pazienti e dei dottori, o in alcune tavole anatomiche raccapriccianti e al contempo affascinanti nello stile grafico.
Smaltite le atmosfere disturbanti di The Town of Light, abbiamo anche avuto modo di salutare nuovamente i catanesi di Rimlight Studios, che al momento stanno supportando egregiamente il loro Zheros ( qui la recensione), che grazie ai Game with Gold ha raggiunto milioni di utenti in tutto il mondo. Molto presto (forse già alla prossima GDC) il team presenterà il suo nuovo progetto.
The Town of Light
Poi è stata la volta di Albedo: Eyes from Outer Space ( ecco il link alla review), realizzato da Fabrizio Zagaglia (conosciuto come z4g0 nel panorama degli sviluppatori italiani): un ibrido tra un adventure game, un FPS old school, un escape game e un puzzle, con un carattere incisivo e atmosfere sci-fi davvero eccellenti, soprattutto considerando che è stato praticamente realizzato da un'unica persona.
Abbiamo ritrovato anche In Space We Brawl ( la recensione!), il divertentissimo twin stick shooter da divano di Forge Reply, che è approdato su Xbox One nella sua versione Full Arsenal, con due nuovi contenuti: la nave Mectron e l'arma Tetha Warhead.
Gridd Retroenhanced è invece il titolo portato da AntabStudio, una sorta di sparatutto in cui bisognerà guidare una navicella lungo un frenetico percorso generato proceduralmente, ricco di ostacoli, puzzle ambientali e boss armati fino ai denti.
Redout
34BigThings di Torino, invece, ci ha presentato Redout, un eccellente racing game sci-fi alla Wipeout, con un gameplay molto tecnico ed un look estetico davvero incisivo. Sempre 34BigThings ci ha mostrato Hyperdrive Massacre, che, sulla falsa riga di In Space We Brawl, permetterà a 4 giocatori di sfidarsi in battaglie all'ultimo sangue in multiplayer locale, con navicelle bizzarre e tantissime modalità fuori di testa.
Forma.8, di Mixed Bag, è invece un metroidvania in cui dovremo vestire i panni di una strana creatura sferica, un "forma" appunto, ritrovatosi senza sapere il perché su un pianeta alieno. Lungo i livelli dovremo raccogliere diversi poteri dai forma deceduti, che ci permetteranno di farci largo nelle numerose ambientazioni di gioco, cercando anche di far luce sulle misteriose circostanze che hanno portato il nostro protagonista in quel luogo misterioso.
Forma.8
Active Soccer 2 DX di The Fox Software (titolo già uscito nella sua forma "non-deluxe" su mobile) è un calcistico arcade molto immediato con visuale dall'alto, che ricorda molto chiaramente i celebri Kick-Off e Sensible Soccer. Il titolo, che è ovviamente sprovvisto di licenze ufficiale, porta comunque con sé una modalità carriera con oltre 800 squadre (club e nazionali) e 21000 giocatori, oltre che svariati editor per creare squadre e realizzare competizioni custom. L'ultimo titolo che abbiamo provato è Super Cane Magic Zero di Studio Evil, un action RPG che si avvale dello stile grafico realizzato da Sio, un noto fumettista italiano. In questo titolo molto divertente, che può vantare sia una modalità co-op locale che una PVP, bisognerà competere in piccoli livelli zeppi di oggetti da mangiare e lanciare per nuocere agli avversari, oltre che di trappole da evitare per riuscire a scappare dai dungeon.
A chiudere le fila ci ha pensato Cast of the Seven Godsend di Raven Travel Studios, un divertente run 'n' gun (già pubblicato su Steam) che vanta un arsenale di armature devastanti e numerose tipologie d'attacco, oltre che un look arcade 16 bit davvero ben realizzato.
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