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“Iddu” sopra TUTTI

Creato il 18 gennaio 2013 da Wsf

eruzione stromboli

Strongyle o Rotonda è una delle isole Eolie più conosciute, non solo per essere stata nel 1949 la location del film di Rossellini “Terra di Dio”, bensì per essere dominata dal suo vulcano.

Stromboli, o come lo chiamano gli isolani, Iddu, conferisce al luogo un fascino unico che non lascia indifferenti i numerosi turisti che popolano l’isola nei mesi estivi.

L’attività eruttiva del vulcano continua sino ad oggi e tale aspetto lo rende il “padrone” assoluto dell’isola.  Iddu regola la vita dei suoi abitanti, ritenuti soltanto suoi ospiti. Egli decide le attività sull’isola, soprattutto basate sul vento, il vero protagonista di questo territorio. Omero riteneva che Stromboli fosse il luogo dove risiedesse il dio Eolo e ancora oggi i pescatori guardano la direzione dei fumi uscenti dal cratere del vulcano per orientarsi nella pesca.

Il fatto di essere così in vita Iddu contribuisce non poco a dare un continuo impulso al turismo che sprezzante del pericolo ama avventurarsi con le guide per “vederlo” da vicino.

Stromboli impersonifica alla perfezione l’Inferno dantesco, un luogo ideale dove girare un film fantastico, ove perdersi con l’immaginazione o la fantasia.

Vivere su una isola non è facile comunque. Qui i rifornimenti arrivano due volte a settimana, condizioni del mare permettendo e soltanto gli uomini e le donne temerarie che nascono sull’isola sono in grado di sottomettersi alle sue leggi. Tuttavia non ci sono solamente gli aspetti negativi. I vantaggi sono quelli di vivere a contatto con la natura, senza preoccuparsi degli usi e consuetudini ai quali si devono sottoporre gli abitanti di una città. I ragazzi possono girare scalzi per strada e sentirsi liberi. Iniziano a confrontarsi con la vita a contatto con la natura, a differenza dei loro coetanei e formano delle bande, scelgono una delle grotte naturali dove allocare il loro quartier generale, costruiscono capanne-rifugio e si fanno continui agguati, uno stupendo gioco di crescita.

I più temerari si avventurano, accompagnati dai padri, fin sulla cima del vulcano e imparano a conoscerlo, ad osservare i vari crateri che si modificano continuamente, ad amarlo. La nostalgia dei loro racconti testimonia la loro mancata intenzione di andarsene dall’isola. Amano talmente la loro libertà (invidiabile!) che non riuscirebbero mai (o quasi!) ad abituarsi a vivere in una città.

Tuttavia il pericolo di doversi allontanare esiste, in quanto per poter continuare gli studi devono scegliere una città del Continente e se proprio decidessero di tornare a Stromboli dovrebbero “accontentarsi” di occuparsi di pesca, edilizia o del turismo naturalmente.

Il fascino dell’isola consiste proprio in questa forza contraria degli eventi che tende a tenere le lancette del tempo-secolo indietro, che evita la contaminazione devastante e totalitaria del progresso, nonostante gli abitanti dell’isola sanno tutto ciò che succede nel mondo “fuori”.

La storia di Stromboli è sempre stata legata al mare, al commercio, tanto che nel passato chiunque navigasse il Tirreno non poteva evitare di fermarsi presso l’isola  e le continue esplosione del vulcano costituivano un faro per i marinai.

A tale proposito un evento eccezionale e spaventoso è accaduto il 20 ottobre 2002, quando Iddu iniziò una eruzione che provocò una piccola colata lavica e una pioggia di lapilli e il 30 dicembre la continua attività esplosiva culminò nel crollo in mare del costone del cratere sul lato nord dell’isola. Quattro milioni di metri cubi di materiale finirono in mare causando un piccolo tsunami, con la formazione di onde di grandi dimensioni. Avvenne un maremoto che in meno di un’ora arrivò a Milazzo e a Ustica, dopo aver investito i porti di Panarea e Salina. Il bilancio fu di sei feriti, danni enormi alle abitazioni e alle barche, evitando il peggio data la mancanza di turisti nella stagione invernale.

Ma dopotutto non avete voglia di partire e andare a conoscere Iddu (?) Secondo me il gioco vale l’avventura, anzi il vulcano.. o un’ eruzione dal vivo… o decidere di diventare un selvaggio isolano!

di Cristina Capodaglio


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