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Idea per romanzo bestia-seller

Creato il 22 giugno 2012 da Rory

Idea per romanzo bestia-seller

Vi butto qui la mia idea per un romanzo bestia-seller tipo “50 sfumature, ecc ecc”. Fatemi sapere se vi piace o datemi qualche suggerimento.

“Mamma mia, oggi si schiatta di caldo” disse ad alta voce Mirandolina, sospirando davanti allo schermo del suo portatile HP. Anche se era soltanto giugno, le temperature erano già piuttosto alte e  staccarsi dall’aria condizionata era una vera tortura, così come uscire dalla doccia. Il caldo non l’aiutava certo ad avere un bell’aspetto: indossava una canottierina leggera, nulla di elegante, un po’ a mo’ di operaio, dei pantaloni in cotone dalla discutibile fantasia a fiori, acquistati a 7 euro durante i saldi dell’estate precedente, ciabatte infradito per sfidare scarafaggi e blatte rosse, rinvigoriti dalla calura e dalla spazzatura, che popolavano le strade napoletane. Ah dimenticavo, i capelli, di un bel biondo “Serena Van Der Woodsen di Gossip Girl” (ovviamente tinti) erano malamente tenuti su da una pinza per capelli in pura plastica modello badante rumena; purtroppo il caldo le impediva anche di truccarsi, onde evitare drammatiche colature di mascara.

“Ora vado a comprare un gelato” pensò poi, alzandosi dalla seggiola dell’Ikea dov’era accomodata. Mirandolina aveva ventitrè anni, era piuttosto alta e magra, con un’andatura dinoccolata decisamente affascinante che ricordava leggermente Martufello. Sciabattando scese le scale. Per grazia di Dio sotto casa sua c’era un bar appena aperto per riciclare chissà quali soldi della camorra, che vendeva anche i Caffè Zero, che con l’afa era una vera manna. Quei pochi metri le avevano imperlato il volto di sudore, con grande disappunto. Tentò di passarsi una mano sulla fronte per tergere qualche goccia, mentre s’avvicinava alla cassa.

“Un caffè zero mocaccino, per favore” disse all’annoiata cassiera, la cui panza debordava dal banchetto dov’era seduta. “Due ero e cinquanta. Pigliatell tu a int o frigorifer” (trad: prendilo da sola dal banco frigo). “Grazie” mormorò Mirandolina, non badando alla cafonaggine della cassiera e tirando dritto per il freezer “a pozzo” dove c’erano i Caffè Zero. Ma nell’avanzare, distrattamente, urtò una persona. “UE’ GUAGLIUNCE’! Stai attenta quando cammini!” si sentì dire da una voce maschia e stizzita. Sgranò gli occhi allarmata e si guardò attorno, trovandosi davanti un uomo sulla trentina passata neanche troppo bene, parecchio più alto di lei, con penetranti occhi scuri che le fecero presagire però ben altre penetrazioni, i capelli un poco arruffati e un accenno di barba rossiccia.

“Scusi signore!” disse lei con voce marcatamente infantile. Aveva subito pensato di spacciarsi per più giovine, onde evitare eventuali cazziate. Ma  sbagliava. “Signore? Perché, ti sembro un vecchio?” domandò lui, inviperito. Mirandolina sgranò ancora gli occhi, un po’ stile Mara Carfagna. Farfugliò qualcosa ma l’uomo le voltò le spalle ed uscì dal baretto senza  aggiungere nient’altro. “Chissà chi cazz era quello” si domandò lei, mentre recuperava il suo Caffè Zero e risaliva verso casa, tentando disperatamente di infilare la cannuccia nel tappo di plastica. Quell’uomo dalla barba rossiccia e dal tono non proprio educato l’aveva colpita.



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