Giugno, tempo di saggi ed esibizioni di fine corso… Anche io e alcune allieve dei corsi di danza orientale 2012-13 parteciperemo a diverse manifestazioni, al momento abbiamo queste già confermate:
- 23 giugno, San Giovanni in Persiceto, Festa dello sport
– 24 giugno, Bologna Parco Trombetti, A piedi nudi al parco
- 6 luglio, Decima, Sagra del cocomero
– 22 settembre, Bologna, Volontassociate
C’è elettricità nell’aria per questi spettacoli? Alla grande! Ma abbiamo lavorato molto e tutto è pronto. Quali criteri possiamo seguire per capire se la performance che stiamo preparando come gruppo funzionerà e avrà successo? Ecco alcuni elementi di cui possiamo tenere conto, non tanto (o non solo) durante l’esibizione stessa ma soprattutto prima, in fase preparatoria, durante il lavoro di composizione coreografica, montaggio e prove. La bella notizia è che questi aspetti, circa una decina, sono tutti sotto il nostro controllo, ovvero siamo noi a decidere come gestirli (tranne forse uno, lo vedremo) e questo mi dà tranquillità e sicurezza, perché so che se una cosa non mi convince la cambio, la miglioro… o la tolgo!
Cura di trucco, costumi e acconciatura
Abiti raffazzonati, no grazie! È vero che i costumi professionali per la danza del ventre hanno costi molto elevati per non dire proibitivi, e dunque sono poco accessibili (soprattutto se si balla da poco tempo), allo stesso tempo esistono tante possibilità alternative per presentarsi in maniera adeguata e garantire una bella presenza scenica. In questo credo che l’insegnante debba forzare la mano con le proprie allieve e proporre la mise migliore per garantire una bella figura alle ragazze. Idem per trucco e parrucco: non dobbiamo necessariamente essere tutte delle make-up artist o stylist, ma possiamo ingegnarci per ottenere il meglio dalle nostre possibilità. Leggi: fare le prove a casa con qualche giorno di anticipo, non un’ora prima dello spettacolo!!
Un sotto elemento di questo punto riguarda anche l’adeguatezza del costume alla corporatura della danzatrice. L’ottica è quella di valorizzare i punti di forza e trasformare i punti di debolezza in aspetti interessanti. Io ad esempio sono molto sottile, in qualche modo devo trovare dei sistemi per valorizzare questa mia corporatura così esile. Due esempi recenti che sinceramente credo siano venuti bene
Breve aggiunta: va anche detto che non è il costume che denota l’efficacia (o la bellezza) di una danzatrice o di una performance! Sembra scontato ma non lo è, visto che molto spesso succedono due cose: da un lato, ragazze che ballano da due mesi e si ritengono già arrivate solo perché si mettono il costume della festa (atteggiamento diffuso soprattutto nella tribal o fusion, se mi posso permettere); dall’altro, soprattutto nell’orientale, capita di assistere a frequenti polemiche o discussioni online tra danzatrici più o meno famose, scandalizzate nei confronti di colleghe meno “stilose”, come se il fatto di non indossare un abito da 400 euro ci renda automaticamente scadenti… Rendiamoci conto che il vero valore sta altrove!
Atmosfera iniziale
Saper gestire bene l’entrata e l’incipit della coreografia, e in generale sapere dosare i tempi del brano. Salvo nei casi in cui ci si posiziona sul palco prima che inizi la musica (e quindi a luci spente, se possibile), bisogna essere consapevoli che anche la più semplice delle camminate che si usa per entrare è già parte integrante della danza. Quindi controllare postura, sguardo, braccia e mani, entrata e arrivo in posizione…. Sembra scontato ma non lo è!
Controllo tecnico
Personalmente, la sincronia del gruppo è il primo aspetto che mi balza all’occhio. E più il gruppo è numeroso, più è difficile da ottenere. I piccoli gruppi permettono di valorizzare meglio sia il materiale coreografico, sia le caratteristiche e l’abilità di ogni singola danzatrice. Ove non è possibile, quindi nei gruppi numerosi, l’ideale è di alternare le danzatrici o di distribuire le diverse frasi tra le varie danzatrici. Altri elementi: i passi e i movimenti sono eseguiti in maniera tecnicamente corretta e pulita? La coreografia presenta il giusto grado di difficoltà rispetto al livello del gruppo? Per sentirsi a proprio agio mentre si danza, è fondamentale anche saper eseguire bei giri e piroette, essere in grado di variare i livelli (scendere e salire da terra), avere un buon equilibrio, oltre che un ottimo senso del ritmo.
Originalità della coreografia
Questo campo in genere compete all’insegnante, se trattasi di saggio di fine anno, ma può anche riguardare l’intero gruppo, se si tratta di una creazione corale. Parliamo di ricercatezza delle frasi, gusto e fantasia nelle combinazioni, fluidità nelle transizioni, buon utilizzo delle direzioni, scelta di movimenti ed energia appropriati per la musica scelta.
Musica adeguata alla situazione
Ne ho già parlato in questo articolo Danza del Ventre tra cous cous e tè alla menta, in ogni caso diciamo che, pur non essendoci regole assolute, in un contesto teatrale è possibile forzare la mano scegliendo musiche più sperimentali o evocative, mentre in contesti più popolari (tipo sagre, feste ecc.) è più conveniente propendere per musiche dai ritmi accesi.
Fine prima parte… A brevissimo la seconda parte… Ma intanto posto qui un video che mi piace tantissimo e che riassume bene alcune delle mie convinzioni su quella che è una esibizione molto molto coinvolgente!
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