Lo stile classico. Haydn, Mozart, Beethoven, Charles Rosen, Adelphi
Se c’è un’epoca nella storia della musica che nessuno ha mai esitato a definire aurea, certamente è quella del “grande triumvirato”: i sei-sette decenni – dai primi exploit compositivi del giovane Haydn (mentre Mozart già stupiva l’Europa) alla morte di Beethoven nel 1827 – che videro nascere “un’arte nuova”. Benché divisi da “caratteri diversissimi e concezioni espressive spesso diametralmente opposte”, Haydn, Mozart e Beethoven forgiarono uno stile unitario, duttile ma inconfondibile, in grado di sublimare le “possibilità artistiche dell’epoca”, ma anche di consumare come un fuoco “i residui ormai insignificanti delle tradizioni precedenti”. Uno stile la cui perfezione ha reclamato, appunto, la definizione di classico. Che cosa ha reso possibile questa prodigiosa sintesi, e che cosa si cela dietro l’incanto che secoli dopo ancora ci pervade all’ascolto? Rosen spezza il circolo vizioso dei modelli analitici astratti, e restituisce “il senso della libertà e della vitalità” di questo stile, tra formularità e arguzia, sperimentalismo e convenzione. Così, la sua interpretazione della “forma sonata” ci fa comprendere come nelle mani di Haydn, Mozart e Beethoven la musica divenga finalmente capace di una drammaturgia senza parole: un teatro di suoni in cui il contrasto fra tensione e stabilità, regolato da stringenti logiche interne, attinge un’inedita potenza emozionale.
Pete Townshend, Who I Am, Rizzoli
“Quando sollevavo la chitarra sopra la testa, mi sembrava di reggere il peso insanguinato di secoli infiniti di guerre insensate. Esplosioni. Trincee. Cadaveri. Il sibilo pauroso del vento.” Poi Pete schiantava quella chitarra come un’ascia contro gli amplificatori; Keith Moon cominciava a prendere a calci la sua batteria e Roger Daltrey sbatteva il microfono contro i piatti crepati di Keith. Gli Who sul palco erano furore dionisiaco allo stato puro e anche lontano dalle scene non si risparmiavano, al punto che l’Holiday Inn decise di bandirli per sempre dalle proprie strutture, a qualsiasi latitudine del mondo. Nel 1965 incendiarono il cuore di un’intera generazione con l’immortale verso “Spero di morire prima di diventare vecchio” ma la vita, si sa, non sempre va come si crede a vent’anni. Pete oggi ne ha sessantotto, è sopravvissuto a un’iniezione di adrenalina dritta nel cuore dopo essere stato trovato in overdose nei bagni di una discoteca ed è stato a un passo dall’andare a letto con Mick Jagger; ha lottato ogni giorno contro i fantasmi di un abuso sessuale subito da bambino ed è stato ingiustamente coinvolto in uno scandalo di pedofilia online: è diventato sordo dall’orecchio sinistro a causa di un’esplosione provocata da quel pazzo di Keith Moon in diretta tv ma ha suonato a Woodstock, al primo Live Aid e, recentemente, alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra del 2012.
Fabrizio De André. Canzoni nascoste. Storie segrete,
Pistarini Walter, Giunti
Il seguito del volume del 2011 concentrato sulle canzoni ufficiali scritte ed eseguite da Fabrizio De André. Qui si prendono in considerazione gli inediti apparsi dopo la morte, le collaborazioni, le partecipazioni a dischi con altri, le colonne sonore, sempre seguendo la formula del primo libro di ricerca, aneddoti e dichiarazioni di FDA e testimoni diretti per ricostruire nei dettagli la storia dei singoli brani. In una seconda parte l’autore si sofferma su particolari curiosi e poco conosciuti della vita di Faber, dalle incisioni giovanili con il nome d’arte di Fabrizio ai primi approcci con la chitarra fino al viscerale amore per il calcio e la squadra del Genoa.
I grandi film. Quando il cinema diventa leggenda, Paolo D’Agostini, White Star
Dai film muti di Charlie Chaplin agli ipertecnologici colossal contemporanei, questo volume – introdotto dalla prefazione di Franco Zeffirelli – presenta una selezione dei più grandi film della storia del cinema con l’ausilio di centinaia di immagini evocative. Diviso per periodi, “I grandi film” approfondisce i vari generi, dalle pellicole d’amore alle commedie, dai film d’azione a quelli di fantascienza, dai cult-movie ai musical. L’autore esplora il mondo del cinema a 360 gradi: gli storici studios di Hollvwood degli anni ’30 e ’40, il “New Cinema” di registi audaci come Francis Ford Coppola, George Lucas, Stanley Kubrick e Martin Scorsese, il fantasy di Spielberg, per arrivare al recente fenomeno indiano di Bollywood.
Charlie Chaplin. Le comiche Mutual. 2 DVD. Con libro, Cineteca di Bologna
Il cofanetto raccoglie, in edizione restaurata e con nuovi accompagnamenti musicali, le dodici comiche che consacrano il genio di Chaplin. Tra il 1916 e il 1917, per la compagnia di produzione Mutual, Charlot è l’emigrante, il vagabondo, l’evaso, il macchinista, il poliziotto, l’uomo gettato nel mondo, in lotta contro gli oggetti e l’autorità. Nel corso di una straordinaria stagione creativa, tra risata, pathos e critica sociale, prende forma la grande commedia umana chapliniana: ogni film è il capitolo di un’arte nuova.