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Idem con patate

Creato il 21 giugno 2013 da Albertocapece

IdemProbabilmente i pasticci combinati dalla Idem con il gioco delle residenze per pagare meno Ici e  con la palestra sistemata in un appartamento privato, fanno parte di quei peccati ritenuti veniali da molti italiani, soprattutto da quelli italiani che votano per il Cavaliere e dalle cui schiere si alza indignata la richiesta di dimissioni per la ministra. Fossero coerenti dovrebbero sparire e ricorrere alla tecnica dei lemmings assieme al loro capo in testa. Ma come si vede la coerenza in questo Paese è quella virtù che si chiede esclusivamente agli altri, mentre si ritiene di esserne assolti in proprio per bolla papale.

Tuttavia la tedesca Idem che in Germania sarebbe già in canoa a remare lontano lungo il Reno vicino al quale è nata, come italiana coerentemente non si dimette e ricorre alla solita scusa di essere stata all’insaputa, rivendicando la propria onestà. Perché questo alla fine è il senso dell’intervista rilasciata alla De Gregorio che non si lascia scappare l’occasione di becchettare dentro queste sinuose ambiguità, con assoluzione di genere incorporata.

Ora è vero che la scorrettezza in sé può apparire modesta e perdonabile nonostante che essa riproponga ancora una volta il problema del privilegio della politica, oscurandone i doveri, ma in realtà è più grave di quanto non si pensi. Non solo perché dietro l’attività di una palestra che risulta un abitazione potrebbe anche nascondersi l’evasione fiscale, ma anche per un altro “piccolo” particolare: che la questione dell’ici e soprattutto quella della palestra non nascono da distrazioni del Comune di Santerno , dove si trovano gli immobili al centro della questione, in sincrono con quelle dell’attuale ministro, ma dal fatto che la Idem non è proprio nuova alla politica,  infatti è stata dal 2001 al 2007 assessore allo sport del Comune di Ravenna e dal 2009 responsabile dello sport per il Pd dell’Emilia Romagna. Insomma è dentro questa omertà della politica cittadina che nascono le dimenticanze e i non accertamenti. Tanto che la famosa palestra che la Idem fa passare come attrezzata per sé e per il marito e concessa solo in via amichevole ad altri era stata persino segnalata da un opuscolo dell’assessorato allo sport del Comune di Ravenna nel periodo in cui la celebre atleta era assessore.

Siamo, sia pure per vicende modeste, dentro un vecchio paradigma italiano che assume ancora più rilievo visto che coinvolge un mito assoluto dello sport. E ci si chiede se era proprio il caso di sputtanarsi per mezza ici e per una licenza. A questo siamo arrivati?


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