Identificazione di una mostra: la 69 edizione del festival di Venezia lontano dagli schermi -2 giornata
Creato il 31 agosto 2012 da Veripaccheri
Se il buongiorno si vede dal mattino i primi due film del concorso
ufficiale confermano le premesse di un festival poco propenso alle smancerie e
molto concentrato sulla materia cinematografica. Divisi da una concezione della
settima arte che si differenzia soprattutto nel modo di raccontare che è tanto
esplicito, diretto ed un po' scontato nel caso di Xavier Giannoli e del suo
"Superstar", storia di un uomo colpito da improvvisa
celebrità, quanto rarefatto e criptico in quello del collega russo Kiril
Serebrennikov autore di "Izmena" celebrazione del tradimento e
dell'ossessione amorosa diluite con numerose digressioni, i due registi portano
al festival un cinema che esaurisce le sue cartucce nel buio della sala e poi
diventa quasi timido quando si accendono le luci. Nessun proclama, nessuna
dichiarazione ad effetto, nessuna eccentricità riesce a riempire i taccuini dei
giornalisti che almeno in questa fase iniziale sembrano adeguarsi al clima di
mestizia generale rinunciando anche alla pruriggine solitamente stimolata dalla
visione di corpi avvinghiati e copulanti come quelli messi in mostra dal film
russo, o forse frenati da un appeal attoriale scarsamente fisognomico - nel
caso di Kad Merad protagonista di "Superstar" bisognerebbe utilizzare
altri appellativi - oppure troppo sofisticato come quello della bella Cecile de
France o dell'enigmatica Franziska Petri. Una qualità mediatica che invece non
mancherebbe a Michael Cimino, femmineo e levigato dietro gli immancabili
occhiali neri, giunto a Venezia con la versione restaurata de "I cancelli
del cielo" film maledetto per il flop che mise fine all'esistenza della
United Artists. Escluso dal cinema per ragioni poco chiare, sospeso in
un'identità sessuale volutamente indefinita Cimino concentra su di se le
caratteristiche dell'artista maledetto che fa discutere e divide. Peccato che
il protocollo legittimi la sua morte artistica con un Leone alla carriera e poi
gli lasci appena il tempo per i soliti discorsi di circostanza, quelli in cui
il cinema si veste di ringraziamenti e galateo. A proposito di ritorni ieri c'è
stato quello graditissimo di Wyona Ryder rediviva dopo il periodo autolesionistico
che gli ha fatto perdere lo status di star ed ora intezionata a recuperare con
il distacco di un esperienza che gli si leggeva negli occhi spalancati e
smarriti che accompagnavono risposte messe in fila con difficoltà e pudore.
Accanto a lei meno grazioso ma ugualmente impacciato Michael Shannon, attore in
ascesa e protagonista insieme all'attrice americana dell'interessante "The
Ice Man" biografia di un killer della mafia realmente esistito che fu
capace di uccidere più di 200 persone. Il film passato in una sezione
collaterale sembra essere di quelli capace di accendere le fantasie del
pubblico desideroso di emozioni forti, ma chi lo vorrà vedere fuori dal lido
dovrà sperare nel buon senso della distribuzione italiana che per il momento
non l'ha ancora opzionato. A concludere la giornata ci pensa Valerio Mastandrea
che le cronache dicono bravissimo nel ruolo del padre fedigrafo ed in
difficoltà economiche de "Gli equilibristi" di Ivano de
Matteo. Alla sua faccia un pò così ed all'ironia sdrucita delle seu espressioni
il compito di farci fare uscire il sorriso troppo a lungo latitante. Seduto
accanto a lui ride persino la Bobulova. Abbiamo detto tutto.
Abbiamo
parlato di:
Superstar (Fra 2012)
Xavier Giannoli
con Kad
Merad, Cecile de France
Izmena
(Russia 2012)
di Kirill
Serebrennikov
con
Franzisca Petri, Dejan Lilic
The Ice Man
di Ariel
Vromen
con Michael
Shannon, Wynona Ryder
Gli
equilibristi (Italia 2012)
di Ivano de
Matteo
con Valerio
Mastandrea, Barbora Bobulova
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