La vita è strana, è forse un tipo cervellotico come Marco Bellocchio deve averci pensato molto a questa sua nuova giovinezza, cominciata al termine di un periodo in cui i suoi film a Venezia e non solo, venivano regolarmente fischiati ed attaccati con la violenza di chi non sa che farsene del confronto e della dialettica. "Il diavolo in corpo", "il sogno della farfalla","La visione del sabba" solo per dirne alcuni, corrispondevano al periodo psicanalitico dell’autore che trasferiva sullo schermo e con l’aiuto dello psichiatra Massimo Fagioli (si parlò addirittura di plagio del medico nei confronti del regista) i risultati della sua ricerca interiore. D'altronde il regista piacentino è sempre stato un separato in casa, mai veramente escluso ma in qualche modo sopportato da lontano: basta ricordare l'esperienza politica vissuta fuori dai partiti tradizionali ed in particolare di quello comunista e poi trasformatasi in una fuga da fermo su posizioni troppo radicali anche per i compagni militanti. Così ha fatto anche il cinema che è rimasto ammaliato dal suo talento visionario e della sua capacità di penetrare l'apparenza delle cose e dei fatti, di un senso estetico imn grado di far diventare bello tutto ciò che toccava, ma non riuscendo mai a digerire la sua indipendenza, il suo modo di parlare con opere non catalogabili e per questo poco disposte alla partigianeria, da qualunque parte le si guardasse. Oggi, in questa parte di carriera caratterizzata da una distribuzione forte (Rai Cinema), capace di elevare un muro di protezione e di consensi attorno ai suoi prodotti, un film come "La bella addormentata" non poteva fallire il plebiscito di consensicome quelli portati a casa ieri al termine delle proiezioni per la stampa e per il pubblico. Il tema importante come quello dell'eutanasia incentrato sul caso di Eluana Englaro opportunamente trascolorato in un racconto multiplo fatto di esistenze (diverse)egualmente legate alla dicotomia vita/morte che si incontrano sullo sfondo dei giorni che precedono la morte di Eluana; attori famosi come Tony Servillo ed Isabelle Huppert ubiqui in questa 69 edizione (della Huppert abbiamo contato almeno tre film) e poi Maya Sansa ed Alba Rohrwacher. E non ultima l'empatia con la realtà del nostro paese che permette al film di diventare una cosa sola con il respiro affannato e dolente delle nostra contemporaneità. Qualitàalle quali aggiungiamo quella di averci fatto scoprire un attore strepitoso come Pier Giorgio Bellocchio (figlio d'arte come Brenno Placido qui improvvisamente maturato ed in parte)che però non impediscono a noi che l'abbiamo visto in anteprima di rilevarne anche i difetti, come quello di un didascalismo che emerge nella seconda parte del film e di un equilibrio non sempre perfetto tra le varie sezioni del racconto, con sequenze che aggiungono troppo e finiscono per appesantire la struttura dell'opera. Chissà che idea si sarà fatta la giuria. Anche "Buongiorno notte" sempre di Bellocchio avevata goduto del consenso generale degli addetti ai lavori e di un pronostico vittorioso che poi fu completamente disattese dall'esito del palmares. Ci auguriamo di no perchè Bellocchio meriterebbe comunque un premio per l'eccellenza dei suoi ultimi lavori.
Abbiamo parlato di: La bella addormentata (Ita 2012) di Marco Bellocchio con Tony Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Gian Marco Tognazzi, Brenno Placido
Spring Breakers (Usa 2012) di Harmory Korine con James Franco, Selena Gomes, Vanessa Hudgens