Magazine Diario personale
Come è bello sentirsi un popolo fiero e speranzoso. Convinti di essere nel giusto e sempre pronti a gonfiare il petto al vento. Indossare una divisa e sparare a chi non ha neanche il permesso. I missili sono cari, ma sanno cosa fare. Se poi cadono o colpiscono un po’ più in là, che fa? Fa parte del gioco. Chi resta lì moriva anche prima. Quel che conta è il messaggio. Trasmettere agli altri di essere i più forti. Poi nella conta dei morti non contano i bambini. Non hanno mai prodotto e per colpa della miseria, sarebbero da lì a poco, morti. Quelle bandiere sempre al vento non hanno più colore e neanche il senso del dovere. Si coprono di rosso e nero. Rosso sangue e nero di vergogna, che ha fatto dell’uomo vero un po’ meno di vero. Giustizia e vendetta si confondono. La prima giustifica l’altra. La seconda si diverte e sostituisce l’uomo con la bestia. Le incredulità resteranno per sempre incontrollabili incredulità, mentre l’incapacità dell’uomo di risolvere antichi malumori, lo porteranno a rincorrere ideali e prese di posizioni che al di fuori vengono visti come inutili tentativi dell’uomo stesso di apparire un po’ migliore. La terra stessa, tante volte si vergogna di accogliere ciò che resta, poiché quel che resta, tante volte, vale più di quel che era. Resteranno le croci per chi verrà dopo a ricordare che in fondo le tante voci, portate via dal vento, resteranno per sempre voci inascoltate. Mentre il tempo che da sempre odia fermarsi, porterà ad altri solo quello che vorrà. Chi non è vissuto conterà più di quei tanti, che accecati dal nulla, saranno malamente vissuti invano.