Cagliari, 27 settembre 2012 – Ricorre un anno esatto da quando, nell’ostracismo generale. Italia dei Valori chiamò i sardi a firmare per sopprimere fondi ai gruppi ed altri emolumenti e per ridurre il numero del più mastodontico Consiglio regionale dopo la Sicilia. I fatti ci hanno dato ragione, seppure a distanza, e per questo ringraziamo i nostri militanti e i 20mila sardi che hanno firmato per tagliare i costi del Consiglio regionale sardo.
Solo ora, travolta dagli scandali, la politica ha dovuto fare rapidi passi indietro: i fondi pubblici ai partiti sono stati dimezzati (col prossimo referendum l’Italia dei Valori ne chiederà la totale soppressione); il Consiglio regionale é stato costretto ad intervenire, anche se se non è ancora chiara l’entità di tale intervento; martedì la Camera ha approvato il drastico abbattimento dei fondi ai gruppi parlamentari, insieme all’obbligo di pubblicità dei bilanci e della loro certificazione esterna; i presidenti delle Regioni hanno proposto al Governo forti tagli sulle spese delle regioni e dei Consigli regionali; da ultimo Bersani ha proposto il taglio di altri 1.000 euro ai parlamentari.
Sono tutte cose che chiedevamo un anno fa, tra gli attacchi di ogni genere. Avevamo ragione e ce ne prendiamo il merito insieme ai sardi che hanno firmato le nostre pdl (come quelle di Lu Puntulgiu e di altri) e che hanno votato il referendum abrogativo di tutti gli emolumenti, eccetto la sola indennità fatta salva dall’articolo 26 dello Statuto Sardo. Ora aspettiamo che il Consiglio regionale della Sardegna, proprio perché gli portiamo rispetto, abbatta ancora i costi della politica, renda pubbliche le spese e ordini la certificazione dei bilanci, come ha deliberato la Camera, per riconciliare i cittadini con la politica.