A cambiare con la tv sono le abitudini dello spettatore: il passaggio da 6 a 197 canali con il Digitale Terrestre e l’ingresso di Sky nel mercato Auditel hanno definito un tipo di multipiattaforma - free o pay, terrestre o satellitare - alla quale si sono aggiunti di recente web e servizi on demand o in differita che il pubblico apprezza sempre di più (nel 2012 il 31% degli italiani ne ha usufruito, 58% contando solo i 12 milioni di abbonati a Sky).
In un mercato che grazie alla moltiplicazione di piattaforme punta alla personalizzazione della visione (dal Prime Time al My Time, dice Siliato) si avvicina il nuovo monitoraggio Auditel dedicato agli ascolti stanza per stanza, ma per Paolo Agostinelli di Sky questo non basta: “Auditel è una vecchia macchina alla quale si ritocca la carrozzeria ed è guidata nel modo sbagliato”. Nel mutato scenario Sky chiede al servizio di monitoraggio una governance non più gestita dalle generaliste e una migliore percezione dell’off-screen, che consideri numeri importanti come i 25 milioni di download da Sky On Demand in soli 10 mesi.
L’obiettivo di questo rinnovamento di Auditel, confermato anche da Discovery Italia, sarebbe il miglioramento dell’offerta: “un brand deve saper guidare lo spettatore”, dice Marinella Soldi.
L’introduzione di nuove piattaforme deve essere per Carlo Freccero lo spunto per un progresso nei palinsesti ancora non verificatosi: “scenario desolante di arretratezza dovuta a crisi ma anche a passate incompetenze - spiega il direttore di Rai 4 - nel futuro le generaliste si dedichino solo a news e fiction con taglio contemporaneo”.
E Di Chio (vice-direttore contenuti Mediaset) sdrammatizza: “noi generaliste siamo come cavernicoli del film ‘Croods’ che resistiamo al nuovo: i contenuti vecchi come ‘Amici’ sono i più forti anche sul web”.