ieri ho corso la Brescia no limits, per il momento mi limito a dire che è stato divertimento allo stato puro!
Nel weekend scriverò qualcosa di più dettagliato, per il momento copio ed incollo qui sotto un articolo che ho trovato in rete!
LA GARA. Seconda edizione della prova organizzata dal Comune di Brescia e dal gruppo podistico Gs Ducos
Adrenalina allo stato puro, per mettere alla prova ogni singolo muscolo del corpo: «Brescia No Limits », corsa a ostacoli artificiali e naturali organizzata dal Comune e dal gruppo podistico Gs Ducos, ieri ha colorato le strade della città e dell'hinterland. Venti chilometri di follia, in totale autosufficienza, tra le prealpi bresciane della Val Carobbio, il monte Maddalena e il Cidneo. Un percorso unico, studiato per far entrare i concorrenti in contatto con i quattro elementi vitali: terra, fuoco, acqua e aria. «Forti della buona riuscita dell'anno scorso ci riproviamo - ha spiegato l'organizzatore Fabio Salvetti -: sarà meglio della prima edizione perché abbiamo ritoccato qualche errore logistico, come i ponti tibetani, che avevano creato odiosi imbuti». Oltre al convoglio di sportivissimi si sono cimentati numerosi gli amatori, che hanno partecipato a una non competitiva di 7,4 chilometri o che hanno accompagnato i bambini alla gara di 500 metri per i più piccoli.
Lo sparo d'inizio, affidato all'assessore allo sport del Comune Massimo Bianchini davanti all'oratorio di S. Eufemia, è stato roboante: da subito i concorrenti (in tutto 44 team, 140 singoli al maschile e 24 al femminile) si sono trovati ad affrontare una serie di ostacoli. Gigantesche balle di fieno, transenne in legno alte qualche metro e persino un tappeto di paglia infuocata non hanno dato il tempo ai concorrenti di farsi fiato per affrontare la corsa successiva. Un percorso da veri survivor: prima qualche sgambata nel centro storico di S. Eufemia in direzione Val Carobbio e poi la discesa nel letto della valle seguita dalla prima risalita tra cespugli e rocce.
«QUI È MEGLIO non farsi prendere dalla foga - ha sottolineato uno degli alpini che ieri hanno prestato servizio di sicurezza insieme ai volontari della protezione civile Val Carobbio -; i chilometri sono tanti e chi vuole strafare dovrà poi affrontare il Castello. Lì sì che ridiamo!». Finita la valle ancora un po' di salita tra i sentieri della Maddalena e, per riprendere fiato, finalmente un po' di discesa, anche se il sentiero, abbastanza stretto in quel tratto di montagna, non è stato proprio rilassante.
Qualcuno ha sorriso nell'intravedere la «civiltà», evidentemente non consapevole di quello che avrebbe affrontato di lì a poco. «Nella prima edizione ora si faceva la prima pausa nel vigneto per la prova d'arme – hanno spiegato alcuni veterani -, questa volta invece si continua a correre per la prova detta "dei mille scalini"». Un nome, un programma: di nuovo su per la Maddalena per piantare la bandiera a San Gottardo e finalmente iniziare a scendere davvero.
A questo punto gli amanti della corsa hanno avuto pane per i loro denti: qualche chilometro misto tra sentieri e asfalto fino ad arrivare alle porte del centro storico, in via San Rocchino, e poi dirigersi verso il Castello, dove i survivor hanno avuto l'onore di percorrere un tratto chiuso da più di 30 anni, reso agibile apposta per Brescia No Limits. «Gallerie sotterranee e passaggi a strapiombo sotto le torri dell'antico maniero, una bellezza». E poi ancora, dislocati in punti differenti, il tiro a segno e la divertentissima prova (davvero faticosa) con i tronchi d'albero da tagliare. Dal castello il convoglio dei sopravvissuti è sceso nuovamente in pianura per arrivare all'oasi del Parco Ducos, dove li aspettavano altre prove d'abilità: il laghetto da guadare, ostacoli e zattere. Un'ultima fatica prima dell'arrivo a S. Eufemia, dove sono stati premiati i vincitori: primo classificato per singolo maschile Marco Menegardi che ha chiuso il percorso in un'ora e 47 minuti; per la categoria femminile Emanuela Galesi (2 ore e 22') e per i gruppi è salito sul podio più alto il «Team Alzano» con Rossana Morè, Delfino Licini e Elio Carrara."