Non è affatto raro che Pannella interrompa una trasmissione di Radio Radicale per intervenire in diretta. È «impresa radiofonica che svolge attività di informazione di interesse generale», Radio Radicale, e perciò lo Stato le passa 12 milioni e passa di milioni d’euro ogni anno, ma sostanzialmente è proprietà privata di Pannella. Non c’è stato troppo da scandalizzarsi, dunque, ieri mattina, quando la diretta di un dibattito che si teneva alla Festa dell’Idv, a Vasto, è stata interrotta da una delle sue telefonate: era incazzato perché a Vasto erano stati invitati un po’ tutti, ma lui no.Sentiva il bisogno di sfogarsi, Pannella. Avrebbe potuto farlo prima che iniziasse il dibattito, o dopo, ma tanta era la voglia di essere a Vasto, tanta era la rabbia di non poterci essere, che interrompere la diretta gli sarà sembrato il minimo, e l’ha fatto. Non una, ma tre volte. A distanza di pochi minuti tra una telefonata e l’altra. Nemmeno questo, comunque, deve essere bastato, perché il dibattito è stato interrotto altre tre volte, per la messa in onda della replica delle sue tre interruzioni. Dario Ferri, su Giornalettismo, si domanda se sia demenza senile o ansia di scomparire alle prossime elezioni. Probabilmente si tratta di entrambe le cose, ma a me pare che la cosa veramente grave sia l’acquiescenza di chi dirige la radio. Dico: sei un professionista, avrai un minimo di sensibilità deontologica, non sei almeno un poco imbarazzato nel ridurti a interruttore del megafono in mano a un vecchio matto? Quello che porti a casa a fine mese, in fondo, è denaro pubblico: non ti sfiora neppure il dubbio che l’«impresa radiofonica che [dovrebbe] svolge[re] attività di informazione di interesse generale» stia palesemente tradendo la sua finalità?Ieri mattina, egregio direttore, avevi programmato la messa in onda di un dibattito pubblico al quale partecipavano i sindaci di sei grosse città. Ottima scelta, ma sei stato in grado di assicurarcene l’ascolto? Cosa l’haimpedito? Il tuo editore. Ecco, dopo una pagina come quella di ieri, io mi dimetterei.
Non è affatto raro che Pannella interrompa una trasmissione di Radio Radicale per intervenire in diretta. È «impresa radiofonica che svolge attività di informazione di interesse generale», Radio Radicale, e perciò lo Stato le passa 12 milioni e passa di milioni d’euro ogni anno, ma sostanzialmente è proprietà privata di Pannella. Non c’è stato troppo da scandalizzarsi, dunque, ieri mattina, quando la diretta di un dibattito che si teneva alla Festa dell’Idv, a Vasto, è stata interrotta da una delle sue telefonate: era incazzato perché a Vasto erano stati invitati un po’ tutti, ma lui no.Sentiva il bisogno di sfogarsi, Pannella. Avrebbe potuto farlo prima che iniziasse il dibattito, o dopo, ma tanta era la voglia di essere a Vasto, tanta era la rabbia di non poterci essere, che interrompere la diretta gli sarà sembrato il minimo, e l’ha fatto. Non una, ma tre volte. A distanza di pochi minuti tra una telefonata e l’altra. Nemmeno questo, comunque, deve essere bastato, perché il dibattito è stato interrotto altre tre volte, per la messa in onda della replica delle sue tre interruzioni. Dario Ferri, su Giornalettismo, si domanda se sia demenza senile o ansia di scomparire alle prossime elezioni. Probabilmente si tratta di entrambe le cose, ma a me pare che la cosa veramente grave sia l’acquiescenza di chi dirige la radio. Dico: sei un professionista, avrai un minimo di sensibilità deontologica, non sei almeno un poco imbarazzato nel ridurti a interruttore del megafono in mano a un vecchio matto? Quello che porti a casa a fine mese, in fondo, è denaro pubblico: non ti sfiora neppure il dubbio che l’«impresa radiofonica che [dovrebbe] svolge[re] attività di informazione di interesse generale» stia palesemente tradendo la sua finalità?Ieri mattina, egregio direttore, avevi programmato la messa in onda di un dibattito pubblico al quale partecipavano i sindaci di sei grosse città. Ottima scelta, ma sei stato in grado di assicurarcene l’ascolto? Cosa l’haimpedito? Il tuo editore. Ecco, dopo una pagina come quella di ieri, io mi dimetterei.
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