San Francisco, si sa, è una città meravigliosa. Non c'è da stupirsi, quindi, se il turismo rappresenta una delle sue risorse principali. Purtroppo, però, qui mancano attrazioni culturali importanti, come grandi musei o festival rinomati (da questo punto di vista, ahimè, la città non è proprio vivacissima, a voler essere gentili), e quindi il turismo si orienta, in genere, verso altre attività.
- Il turismo sportivo. Una delle cose più belle di questa città è l'incredibile vicinanza a parchi naturali e zone meravigliose come la Sonoma Valley. Ecco quindi frotte di camminatori polpacciuti che passano di qui tra un'escursione e l'altra per rifocillarsi in qualche ristorante vegano.
- Il turismo gay. San Francisco è anche la culla del movimento per i diritti dei gay (paradossalmente, la California ha abolito i matrimoni gay in seguito a un referendum del 2008). Meta principale del pellegrinaggio: il quartiere Castro, dove il grande Harvey Milk condusse la sua vittoriosa battaglia prima di venire ucciso, nel 1978, insieme al sindaco George Moscone. Da vedere, per chi non lo conoscesse già l'ottimo film con Sean Penn, possibilmente nel bellissimo Castro Theater.
Il turismo nostalgico. Molto diffuso, si divide in due categorie.
- Il nostalgico della Beat Generation. Meta principale del pellegrinaggio: la libreria City Lights di Lawrence Ferlinghetti, nel quartiere italiano di North Beach. Ne vale la pena. La libreria è fantastica, una delle migliori che io abbia mai visto.
- Il nostalgico della Summer of Love. Meta principale del pellegrinaggio: il quartiere Haight-Ashbury, culla della controcultura e del movimento hippy. Non ne vale la pena. Il quartiere è interessante per le splendide case vittoriane (mia recente passione), ma per il resto è tristemente invaso da scoppiati pseudohippy, ragazzetti coi soldi che vogliono fare gli alternativi, turisti della marijuana e orrendi negozi di paccottiglia che a loro si rivolgono.
C'è poi una categoria di turista, diciamo così, trasversale, che si trova in ogni zona della città nella stagione estiva.
- Il turista infreddolito. Perché, come dice la famosa citazione, attribuita (pare erroneamente) a Mark Twain: "L'inverno più freddo della mia vita è stata un'estate a San Francisco". Eppure ci cascano tutti. E il turista estivo si riconosce sempre dalla felpa con la scritta San Francisco, comprata d'urgenza per non buscarsi la polmonite.