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Ignazio Marino si sarà reso conto del ricatto mafioso cui lo stanno sottoponendo le sigle sindacali dei Vigili Urbani? Un momento cruciale per questa città

Creato il 04 dicembre 2013 da Romafaschifo
Ignazio Marino si sarà reso conto del ricatto mafioso cui lo stanno sottoponendo le sigle sindacali dei Vigili Urbani? Un momento cruciale per questa cittàMa secondo voi Ignazio Marino si è reso conto che ci troviamo esattamente nel momento di appoggiare, in maniera netta, chiara e plateale l'azione di quest'uomo? Il nuovo capo dei vigili, un poliziotto e giustissimamente non un vigile, ha fatto capire che nel corpo più vergognosamente inefficace e corrotto d'Italia le cose debbono e possono cambiare. Ha parlato di più vigili in strada e meno vigili imbucati, ha dimostrato che se un dirigente non lo convince lo cambia in un attimo, ha fatto capire che il tempo della corruzione è finito, ha dimostrato di dare ascolto ai cittadini organizzati in blog e associazioni (autentico spauracchio di molti vigili, tanto che sui loro gruppi segreti su Facebook organizzano su come farci chiudere baracca alla nostra pagina e al nostro blog e abbiamo nomi e cognomi di tutti) agendo con determinazione laddove ha letto , ha parlato di telecamere per sanzionare gli abusi e le infrazioni (ma le telecamere non possono accettare mance per chiudere il loro occhio elettronico). Il risultato è stata la rivolta da parte dei sindacati: chiedono vagamente "chiarezza". Senza specificare. E se non avranno "chiarezza" minacciano azioni eclatanti per loro, come "applicare il Codice della Strada". Della serie: se non ci date quel che vogliamo iniziamo a fare il nostro lavoro eh!!! Cosa è la "chiarezza"? E' la rassicurazione che tutto possa rimanere come è ancora per altri 30 anni. Altri trent'anni di inefficienza, di corruzione, di umiliazione verso i cittadini. 
Il sindaco avrà capito in che momento cruciale ci troviamo? Avrà capito che deve fare un grande patto (non lasciando indietro il Consiglio Comunale) tra lui, il capo dei vigili, i dirigenti e gli agenti onesti e vogliosi di riscatto (e sono tanti) e la città per sovvertire un andazzo che ha portato Roma alla rovina? Avrà capito che è il tempo delle scelte radicali e non delle azioni graduali? Avrà compreso che una delle preoccupazioni del corpo è quella di perdere il "secondo stipendio"? O quella di perdere la possibilità di non lavorare, di imbucarsi, di non essere produttiva?

La Polizia Locale deve tornare ad essere un corpo rispettato, temuto, efficace, tra l'altro una grande fonte di reddito per l'amministrazione perché le infrazioni si devono pagare e pagare care come avviene in tutto il mondo. La gente che utilizza l'applicazione del Codice della Strada come minaccia quando invece dovrebbe essere la normalità; la gente che ricatta l'amministrazione perché "allora vediamo se questa sede dove siamo è a norma o no", è gente che si comporta attuando un racket mafioso che va respinto al mittente con durezza. Ma spiegando chiaramente ai cittadini cosa si sta facendo. Preparandoli a eventuali disagi. Mettendo i disonesti e coloro che si oppongono al cambiamento in un angolo. E premiando invece i tanti poliziotti municipali onesti. Si può fare, si può fare in poco tempo. Tornare indietro sarebbe atroce, sarebbe l'ennesima conferma dell'impossibilità di riformare questa città. 

Chiediamo a Ignazio Marino ed a Raffaele Clemente di non deluderci.

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