Ok, ricapitoliamo: il vicepresidente del Senato italiano, tale Roberto Calderoli, ha detto riferendosi ad un ministro di colore: “Quando la vedo non posso non pensare ad un orango”. Parole di estrazione sociale raffinatissima tipiche del personaggio, immaginiamo pronunciate mentre stava preparando il vestito per il ballo delle debuttanti dopo avere preso un The con la duchessa di Cambridge. Ma prima di spendere parole (inutili) sul personaggio lasciatemi rispondere a quella domanda: “Ma a te cosa te ne frega, che non vivi neanche in Italia“. La risposta é: “me ne frega, e molto“, ecco perché:
Me ne frega molto perché i giornali internazionali ne parlano, chi legge i giornali internazionali ne ride, e chi vive all’estero ed ha a che fare con italiani se ne preoccupa e se ne prepara. Per colpa di queste uscite, di personaggi singoli, gli italiani all’estero incontrano battute, scherzi, pregiudizi, hanno problemi ad ottenere un lavoro, ad interagire socialmente ed a sentirsi a proprio agio in una realtá internazionale.
Chi vive in Italia probabilmente fatica a capire, dunque ecco un esempio personale: quando una collega vestita in maniera attraente passa per il nostro ufficio, i colleghi possono fare un pacato complimento tra loro. Io no. Perché i complimenti dei miei colleghi sono sinceri e senza doppio fine. Io invece sono italiano e sto giá pensando di invitarla al Bunga Bunga party con zio Silvio, sto giá pensando ai festini con le minorenni nella villa in Sardegna, sto giá pensando ai vestitini da infermierina e da suora. Lo scherzo é divertente fino a che non é supportato dalla massa e diventa pregiudizio. Purtroppo Silvio é stato Primo Ministro per anni, tutti sapevano cosa faceva, e lui é sempre rimasto al suo posto. In un altro paese se ne sarebbe andato molto prima, in Italia no, perché? L’unica risposta che all’estero si danno é che il suo comportamento é stato ritenuto accettabile e condiviso, dunque parte della cultura.
La cosa che mi spaventa é proprio questa: il machismo ed il razzismo stanno veramente diventando parte del curriculum italiano all’estero, e gli unici a non rendersene conto solo gli italiani.
Le mele bacate ci sono in tutto il mondo, e la cosa che ci deve preoccupare non é che queste persone non si vogliano dimettere spontaneamente, é che nessuno li faccia dimettere. Il fatto che un rappresentante istituzionale possa commettere un atto socialmente inaccettabile e rimanere al proprio posto significa che l’atto non é socialmente inaccettabile.
Voi immaginatevi se domani Obama si presentasse ad un convegno e dicesse: “Sapete, cari americani, stavo pensando, Condoleezza Rice non vi ricorda un po’ un Orango?”. O pensate se lo facesse David Cameron! Tutti penserebbero ad una psicosi improvvisa con danni cerebrali avvenuta durante la notte. Pensate se lo dicessero Berlusconi o Calderoli: decisamente non penserebbero ad una crisi. Qualcuno li farebbe dimettere? Hanno giá avuto uscite abbastanza simili e non é successo. Forse chiamerebbero dimissioni dall’estero, non di certo dall’Italia. E allora l’idea che il razzismo e mancanza di serietá siano valori condivisi nella cultura italiana comincia a farsi solida agli occhi degli esteri.
Io non so se sia cosí anche per gli altri italiani all’estero, ma io sono stanco. Chi veste ruoli istituzionali e rappresenta l’Italia all’estero deve essere ritenuto personalmente responsabile per la degradazione dell’immagine di un intero paese a causa della pura soddisfazione di un piacere personale. Siamo ormai ritratti nel mondo come un paese di depravati, ladri, mafiosi, razzisti e bigotti. E la cosa che mi spaventa davvero é proprio quando l’idea non preoccupa gli italiani. Quando lo faccio presente in Italia mi sento nel migliore dei casi domandare: “Ma tanto cosa te ne frega, che non vivi neanche in Italia” e nel peggiore dei casi: “Eh, beh, siamo cosí, é la nostra cultura, chi parla male é geloso“. Addirittura vedono le uscite di questi personaggi come un divertimento, un intrattenimento.
Eppure per molti fortunatamente non é cosí! Ci sono moltissimi italiani che non sono razzisti, non sono puttanieri, e hanno sicuramente un quoziente intellettivo piú alto di quello di Calderoli. C’é gente che si altera, si rende conto del danno, e non ride. C’é chi vive all’estero e ha a che fare con pregiudizi descritti sopra. E poi ci sono le persone che sono rimaste in Italia e quotidianamente vivono nello sterco e inghiottono per non affogare: inghiottono quando il collega viene promosso grazie alla raccomandazione, quando il vicino ruba soldi allo Stato col sorriso dandoti pure dello stupido “perché non lo fai anche tu”, quando una generazione di ignoranti vota gente simile a Calderoli, magari anche senza cattiveria, proprio a causa di innocente ignoranza. Peró quell’ignoranza diventa cultura e divora un intero paese e la sua immagine all’estero.
Quando ci evolveremo in un paese civile?