Essere imprenditore e libero professionista nel mercato di oggi è una vera sfida, farlo in Italia è, per usare un gioco di parole, un’impresa!
Al di là delle varie scusanti, un fattore che incide fortemente sulla chiusura dei battenti è l’ignoranza finanziaria dell’imprenditore.
Una tipica situazione è quella in cui il commercialista ti dice quante tasse devi pagare e tu ti chiedi come sia possibile visto che in banca sei addirittura in rosso. Eppure, per lo Stato hai un utile di gestione!
Altra situazione ricorrente è quella in cui tecnicamente l’azienda dovrebbe avere liquidità, ma è praticamente sparita nel nulla.
Oppure, i soldi sembrano non essere mai abbastanza: più ne entrano, più ne escono.
Il mercato richiede che tu sia competente in materia finanziaria, fare bene il tuo lavoro non basta più se vuoi crescere e continuare a farlo.
Il mio barbiere di fiducia ha ispirato questo articolo, conoscendo le mie competenze in campo business mi ha chiesto un consiglio sulla sua situazione aziendale e confidato dei dubbi sul suo consulente fiscale. Mi sono così ritrovato a dargli consigli per evitare di incappare nei classici errori che portano a passare da una posizione sana ad una di arrancamento finanziario.
A discolpa dell’imprenditore, c’è da dire che pochi sono i commercialisti che fanno seria consulenza. La maggior parte, si limitano a contabilizzare senza dare alcun supporto di analisi e possibili alternative di soluzione fiscale e finanziaria ai propri clienti. Questi sono sicuramente maestri di ignoranza.
Da oltre 22 anni sono nel mondo della consulenza, prima finanziaria poi strategica, e negli ultimi cinque mi sto trovando a dover istruire imprenditori e professionisti su come gestire la parte finanziaria del proprio business. Questa attività dovrebbe farla un buon commercialista ed io dovrei ottenere dal cliente i prospetti pronti per un’analisi dei numeri e conseguente impostazione delle strategie aziendali.
Poche mosche bianche fortunatamente esistono ed io ho la fortuna di conoscerne un paio veramente in gamba.
Quindi, la prima domanda che dovresti porti è: “ho un commercialista che fa il contabile o mi da la consulenza di cui necessito?“. Se hai un mero passa numeri, meglio cercarne uno con maggiori competenze.
Ma molto spesso, l’imprenditore e professionista non sa nemmeno cosa chiedere ad un commercialista e quindi finisce col fare una delle due scelte:
- il meno caro “così risparmio…“
- il più caro “perché chi più spende, meglio spende…“
Ed è così che commette un grande errore. Nel caso 1, non serve risparmiare quanto trovare la corretta consulenza che, anche se costa il giusto, ti consenta di riguadagnare quanto investito con gli interessi. Nel caso 2, spendere di più non garantisce nulla perché occorre saper spendere bene (che non sempre significa di più…).
Devi conoscere come funziona la parte finanziaria in modo da poter interagire correttamente con un commercialista capace, così riuscirai a seguire meglio i suoi consigli ed anche a non dare per scontato che tutto ciò che ti dice sia l’unica verità.
La prima cosa che devi sapere è che esiste un doppio mondo:
- quello economico
- quello finanziario
Il primo tiene conto della gestione dell’azienda in termini di reddito (costi e ricavi, quindi vendite, acquisti, utili e perdite) che si materializza nel secondo attraverso i movimenti di cassa (entrate e uscite, crediti e debiti). Comprendi meglio perché potrebbe capitare di avere un utile e trovarti senza soldi in banca per far fronte alle tasse? Lo Stato guarda soprattutto al conto economico, tu istintivamente a quello finanziario!
Non sto qui a dilungarmi su questo punto (puoi sempre scrivermi per chiedere approfondimenti e suggerimenti, esponendo la tua situazione attuale), perché l’obiettivo è iniziare ad aprirti gli occhi e portarti da inconsapevolmente incapace (non sapere di non sapere) a consapevolmente incapace (sapere di non sapere) che è il primo passo per accrescere le proprie competenze.
Le situazioni in cui potresti trovarti sono essenzialmente 4:
- l’azienda produce sia reddito che cassa (situazione ideale in cui devi solo saper gestire bene la parte fiscale e di investimenti)
- l’azienda produce reddito, ma poca cassa (situazione tipica di imprese che hanno una buona gestione delle vendite, ma pessima a livello finanziario)
- l’azienda non produce reddito, ma ha cassa (situazione tipica di imprese di vecchia data che non si sono rinnovate, godono dei bei tempi passati e sono in ciclo di maturità di mercato con fatturato in calo)
- l’azienda non produce né reddito né cassa (situazione tipica di pre-fallimento, meglio agire subito per comprendere che direzione strategica prendere prima che sia troppo tardi).
Con questo schemino, puoi velocemente comprendere come sei messo e dove hai necessità di agire.
La parte finanziaria nelle PMI (Piccole Medie Imprese) va in sofferenza a causa dell’ignoranza finanziaria che porta a:
- assenza di programmazione finanziaria
- assenza di cruscotti finanziari ed amministrativi
- uso personale del denaro aziendale
- errata gestione fiscale
- indebitamento come soluzione al deficit di cassa
- idee ed abitudini errate sul denaro
- credere che la colpa sia del mercato o dello Stato
Un’azienda su due chiude entro i primi 5 anni di attività, solo lo 0,81% sopravvive nell’arco dei 10 anni!
Se non vuoi aumentare la tua percentuale di successo, ti consiglio di approfondire questo argomento rivolgendoti a professionisti qualificati che sappiano indirizzarti e supportarti in una corretta gestione economica e finanziaria della tua azienda.
[contact-form]