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II modello Ladakh ci salvera'?

Creato il 14 febbraio 2011 da Mariagraziacoggiola
Riflessioni dal documentario Economics of Happiness
www.theeconomicsofhappinesss.org
Sono andata a vedere un documentario dell’attivista Helena Norberg-Hodge, appena uscito, che si chiama the ‘’Economics of Happiness’’ e che obbligherei a proiettare in tutte le scuole del mondo. Sono oltre un’ora di interviste a scienziati, ecologisti e anche un monaco tibetano veramente illuminanti. E’ appena uscito e prevedo avra’ un successone, come il film The Inconvenient Truth’’ di Al Gore dedicato all’ambiente.
Mi ha stupito poi perche’ il Ladakh, che conosco bene per la pace dei luoghi e la serenita’ della gente, e’ preso a modello.
Il documentario e’ stato presentato venerdi’ scorso a New Delhi da Vandana Shiva, che compare tra le voci narranti. Peccato che non c’era l’autrice, non stava bene e non e’ potuta venire. Non so se in Italia se ne e’ parlato, ma anche fosse, cosi’ concentrati sul nostro ombelico, non penso sia stato notato. Ancora una volta l’India con tutte le sue contraddizioni e’ anche capace di offrire soluzioni globali, almeno per quanto riguarda il rapporto con la natura.
La ‘’localizzazione’’ e non piu’ la ‘’globalizzazione’’, questa sara’ la nuova parola d’ordine per il futuri prossimo se vogliamo un pianeta un po’ piu’ vivibile, con meno ingiustizia e soprattutto con uno sviluppo sostenibile. Ormai e’ chiaro che ci sono dei problemi gravi nel nostro modo di produrre e consumare. La crisi finanziaria di due anni fa e il crollo di economie a noi vicine, come Grecia e Islanda, sono spie di un problema profondo che si fa finta di ignorare. La rivoluzione in Egitto e’ un altro sintomo di un malessere molto profondo che colpisce direttamente la pancia delle persone.
Nessuno lo vuole ammettere, ma soluzione e’ cambiare il modello economico. Anche quelli che ora ci guadagnano, cioe’ multinazionali e ‘’poteri forti’’ prima o poi dovranno riconoscerlo. Non e’ possibile permettere (e sfruttare) lo sviluppo dei giganti India e Cina secondo I criteri occidentali. Non basta il pianeta, la coperta e’ corta, inutile fare gli struzzi.
La soluzione e’ quindi cambiare il modello economico e anche la scala di valori su cui e’ basata la nostra societa’ occidentale. Basta considerare il lavoro manuale come degradante, basta con il consumismo, con l’esasperante ricerca del profitto, della produttivita’ agricola e efficienza industriale.
In Bhutan hanno coniato un po’ di anni fa il concetto di economia della felicita’.
Ma sono abbastanza pessimista sul fatto che si possa svoltare. E’ dalle Bucoliche di Virgilio che l’umanita’ accarezza il sogno di una vita agreste…

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