Non commenterò i tratti salienti perchè non riuscirei a controllare la rabbia, ma linkerò i titoli delle principali testate giornalistiche mondiali che hanno documentato l'impresa della nostra nazionale:
http://www.repubblica.it/speciali/mondiali/sudafrica2010/2010/06/24/foto/italia_eliminata_i_siti_esteri-5129220/1/?ref=HREA-1#http://www.repubblica.it/images/2010/06/24/184325657-95b5af68-e1b0-499c-9872-cab6733d6d7d.jpg
e quì riporto il pensiero, prelevato dal suo blog personale, di un allenatore italiano: Gigi Cagni!
La Nazionale a casa, Lippi in croce, giocatori scarsi e vecchi o giovani e
inesperti, la Federazione non si sa che colpe abbia però le ha, e se ci fossero stati Cassano e Balottelli sicuramente non avremmo fatto questa figuraccia, e poi chi più ne ha più ne metta.
Fra 2-3 gg, finita la sbornia e l’interesse delle televisioni e dei giornali, si ricomincia con Prandelli e tutto ritorna come prima.
Sacchi ha scritto un articolo sulla Gazzetta dello Sport che rispecchia quello che è il mio pensiero da qualche anno.
Il titolo è azzeccato: ”LA CRISI DEL NOSTRO SISTEMA“ e sviscera tutti i mali della nostra SOCIETA’ calcistica, partendo dagli stadi obsoleti, alla violenza che esplode ogni domenica, passando per i debiti delle società e i settori giovanili che pochi curano come si dovrebbe. Alla fine dice che la cosa da fare sarebbe di comprendere i motivi per cui accadono certi fatti e non giudicarli aspramente per poi abbandonarli senza fare niente per risolverli. Ci sarà pure un motivo di importanza vitale per il futuro se l’unica squadra Italiana che ha fatto bene a livello internazionale è stata l’Inter, composta tutta da stranieri,mentre le altre squadre sono state tutte eliminate? Ci sarà pure un motivo serio e valido se nei nostri campionati professionistici vengono cambiati, di media, 40 allenatori all’anno?
Oggi l’allenatore più “scarso” in Italia è Lippi, e Marcello lo sa.
Si è preso tutte le responsabilità, come è giusto che sia, e sa anche di essere solo, fa parte del nostro mestiere e vi posso assicurare che è la parte più difficile da metabolizzare.
Comunque il sistema è questo e devi accettarlo sia nel bene che nel male. Ma il punto per me focale, ed è quello su cui si dovrà lavorare, è la mancanza di personalità e di cultura tecnico- tattica da parte dei giocatori.
La società moderna sta sfornando dei giovani di qualità, in tutti i campi, ma senza la preparazione necessaria per affrontare situazioni di grande stress psicologico.
Arrivano in fretta, guadagnano molto,gli si fa credere che basta sapersi “VENDERE” mediaticamente per rimanere in auge, che tutto gli è dovuto perché sono un capitale (apro questa parentesi per dire che non ho mai capito perché quando uno fa un bel campionato chiede un ritocco sul contratto che già ha e non gli si può invece calare lo stipendio quando fa un campionato mediocre) e che devono pensare alla loro prestazione senza guardare molto al risultato della squadra.
Hanno un sacco di persone che li accudiscono e che fanno i loro interessi togliendogli ogni responsabilità ma,così facendo ,gli impediscono di crescere facendo errori che poi gli servirebbero per affrontare problemi più grossi. Non voglio difendere Lippi perché non ne ha bisogno, ma io ho fatto il calciatore per 20 anni, mi sono trovato in situazioni difficili dove mi sono preso delle responsabilità sul campo mettendo in atto quelle che erano le mie qualità sia tecniche che tattiche.
I gol che abbiamo preso sono il frutto di una non preparazione tecnico tattica di base. La concentrazione e la posizione giusta sul campo non DEVE dartela l’allenatore della Nazionale ma deve essere il frutto delle tue conoscenze apprese nei settori giovanili e migliorate nelle squadre di club dagli allenatori che si sono avuti. I principi tecnico-tattici dei singoli ruoli non li alleni in 3 settimane di premondiale.
Forse è meglio che i dirigenti dei clubs italiani comincino a capire l’ importanza degli allenatori dei settori giovanili, comincino a capire che il mestiere dell’allenatore è basilare in una società calcistica moderna.
Il nostro ruolo è diventato marginale perché non siamo un capitale e nemmeno merce di scambio.
Penso sia l’unica impresa al mondo in cui il Manager, che ha in mano le sorti del capitale, abbia così poco potere e neanche una grande considerazione se non quando la situazione è di grande difficoltà e si hanno paure di fallimento (in quei momenti i consiglieri e gli pseudo amici spariscono per poi tornare quando le cose migliorano).
Penso che dal risultato negativo in questo mondiale dovremmo trarre il più importante dei segnali per RISTRUTTURARE IL NOSTRO SISTEMA CALCIO e la cultura dei nostri calciatori per tornare ai vertici del calcio mondiale visto che ne abbiamo le potenzialità.Alcuni concetti di questo articolo li ho esposti in alcune discussioni recenti, ma ho voluto riportarlo sul mio blog per confrontare le mie opinioni con quelle di altri.Guardando al futuro, confido in Prandelli, persona squisita e serio professionista. Ti aspettiamo Cesare!!!
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