Ikea rompe un tabù

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Sul blog Vita da Streghe  ho trovato una bellissima campagna realizzata dall’Ikea. Non è un caso se quest’idea venga da un ditta svedese, più propensa a rompere i classici stereotipi di genere. La campagna è apparsa a Catania per l’apertura di un nuovo punto vendita dell’Ikea.

Per la prima volta viene rotto lo stereotipo della famiglia tradizionale “mulino bianco” per rappresentare due persone omosessuali che si tengono mano nella mano in un gesto di profondo affetto.

Lo stereotipo di genere viene infranto finalmente anche nel Paese che non vorrebbe mai che i gay si sposassero e che promuove le famiglie etero a discapito di quelle gay, e che sarebbe disposta anche a preferire perfino quelle famiglie etero dove si consumano le violenze peggiori a danno delle donne e i minori.

“Siamo aperti a tutte le famiglie” però ha un difetto, non ha pensato di rappresentare allo stesso modo una famiglia lesbica  come invece fa all’estero. Avrebbe fatto bene in un Paese dove ancora l’omosessualità femminile viene relegata a mero prodotto maschile.

Il Giornale parla di campagna choc e lo fa incitando nei lettori la peggior omofobia. Il Giornale è l’esempio della mentalità contradditoria italiana, giustifica un Presidente del Consiglio che ha rapporti sessuali a pagamento con una minorenne e attacca due persone che si amano per la sola “colpa” di essere dello stesso sesso.

Ma come la si fa a definire choc? sopratutto in un Paese dove ti piazzano su un 3×6 una donna stuprata senza alcuna reazione da parte delle testate e dei governi, che agiscono solo dopo le proteste femminili.

I lettori del Giornale che accusano di moralismo le donne che denunciano la pubblicità sessista e la violenza sulle donne nella televisione italiana, hanno criticato parecchio la campagna Ikea. Alcuni di loro la condannano per la presenza di bambini che potrebbero vederla in strada, magari gli stessi che non si indignano alla vista di 3×6 pieno di donne-oggetti davanti alle scuole dei propri figli.

Questo evidenzia la doppia faccia del centro destra: quelli che non si indignano contro l’uso mercificatorio del corpo femminile, degli utilizzatori finali di minorenni ma che gridano alla scandalo quando alla vista di due persone che si amano come vogliono.

Speriamo che a qualcuno non venga l’idea di censurare la campagna, una delle poche gender friendly nel nostro ancora omofobo-sessista Paese.



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