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Il 1° maggio e la Scala

Creato il 29 gennaio 2015 da Nonzittitelarte

Il 1° maggio e la Scala

TEATRO ALLA SCALA E PRIMO MAGGIO 2015  Un solo urlo: MAY DAY … MAY DAY !!!

29.01.2015

Da alcune settimane, i dipendenti del Teatro Alla Scala assistono, e talvolta partecipano, alla sceneggiata che riguarda l’inaugurazione dell’Expo di Milano che è prevista avvenga con la messa in scena della TURANDOT di Puccini alla Scala.

Come nella migliore tradizione lirica, un coro di figuranti ed interpreti scandisce, con toni più o meno alti, più o meno drammatici, alle orecchie dei lavoratori del “Teatro Alla Scala” inviti e richieste affinché rinuncino al loro sacrosanto diritto di festeggiare il Primo Maggio e vadano a lavorare nel nome dell’unicità dell’evento Expo.

A dare il via alla “bagarre” è stata la lettera inviata a ciascun lavoratore dal sovrintendente Pereira, nella quale chiede la disponibilità a lavorare il Primo Maggio per il bene dell’Expo, di Milano, del Teatro in cambio a gratitudine e ad una ricompensa sotto forma di bonus extra, come comunicato a Cgil-Cisl-Uil-Fials che, per quanto viene dato di sapere, risponderebbe ad una maggiorazione del 140% per gli orchestrali ed il coro e del 100% per tutti gli altri.

La lettera del sovrintendente è una sorta di referendum circa la disponibilità da parte dei lavoratori a rinunciare ad “un diritto non rinunciabile e non contrattabile”, mettendoli nell’ingrata condizione di poter essere considerati non responsabili. Si tratta di un manicheismo che consideriamo inaccettabile.

Si parte davvero male e questo non annuncia nulla di buono in vista delle future contrattazioni sul Contratto Unico previsto dallo Statuto di Autonomia concesso alla Fondazione Teatro Alla Scala.

Questa richiesta s’inquadra in un contesto nel quale il ministro della cultura Franceschini ha espresso pericolose idee in tema di diritti nel settore della produzione culturale ed il particolare circa il diritto di sciopero.

Riconfermiamo la posizione da noi già espressa a dicembre nel volantino titolato “Pacchi Natalizi” ovvero che nell’evento Expo non c’è nulla da festeggiare.

Fin dall’inizio dei lavori, così come in altri grandi eventi, sono emersi alti livelli di corruzione e collusione con associazioni mafiose, di sperpero di danaro pubblico e di decine di aziende degli appalti allontanate dal Prefetto e dal dottor Cantone perché in odore di malavita organizzata, oltre alla distruzione del territorio e dei disagi arrecati alla popolazione.

Il Primo Maggio, a Milano, arriveranno Capi di Stato e di Governi, molti dei quali responsabili di guerre, dittature, discriminazioni, genocidi dei popoli indigeni, di fame, malattie e violazioni dei diritti umani, politici e sindacali.

Il tema dell’Expo è “NUTRIRE IL PIANETA” ed a questo si può aggiungere

“O LE MULTINAZIONALI?”.

Ci piacerebbe che, il Sovrintendente dedicasse l’impegno posto per l’inaugurazione scaligera dell’Expo alla soluzione delle vertenze aperte, in primis quelle riguardanti “le lavoratrici ed i lavoratori a prestazioni serali” e del Personale di Sala, oltre alle “ferite” ai diritti quali il pagamento della malattia o la questione del “settimo giorno” e, magari, guardandosi bene attorno, potrebbe scoprire che i problemi di corruzione non si limitano all’Expo.

Ci piacerebbe che finissero le discriminazioni sindacali nei nostri confronti e dei lavoratori.

Il Primo Maggio 2015, a Milano, si terrà un altro grande evento: la più grande edizione della MAY DAY mai vista.

Da tutta Europa arriveranno i rappresentanti di quel popolo massacrato dalle politiche di austerità dell’Unione Europea, della BCE e della Merkel e del Fondo Monetario Internazionale.

Migliaia di disoccupati, precari, pensionati ridotti alla fame, sfrattati, senza casa, migranti, lavoratori sfruttati, esodati, sindacati di base ed associazioni, NO TAV, NO TRIV, ambientalisti, centri sociali, … si troveranno scandendo May Day, May Day.

Vorremmo che a questo grande evento di popolo partecipassero anche tutti i dipendenti del Teatro Alla Scala.

Sarebbe il miglior modo per far capire a Capi di Stato, alle Multinazionali, al nostro Governo, a Squinzi ed alla Confindustria, alla Camusso, ai firmatari del JOB ACT ed alle “varie Segreterie di questi e di quelli” che devono CAMBIARE MUSICA perché la musica in Europa sta già cambiando.

C.U.B. INFORMAZIONE

Milano, 28.01.2015

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