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Il 150° anno da terroni

Creato il 31 dicembre 2010 da Cultura Salentina

Italia capovolta

S. Silvestro è tradizionalmente il giorno delle riflessioni: ci accingiamo a entrare nel nuovo anno, un 2011 dedicato ai festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia; un’unità che vede quella parte di “territori italiani conquistati” ancora pieni di ferite sanguinanti che ci dicono chiaramente che i meridionali non hanno nulla di buono da ricordare da quell’aggressione e che forse non hanno proprio nulla da festeggiare.

Molti di noi, quest’anno, dovranno ringraziare Pino Aprile che, per chi ancora non lo sapesse, è l’autore del libro Terroni. Con questo saggio lo scrittore pugliese è riuscito nell’intento di comunicare a grandi masse di italiani, e soprattutto di meridionali, ciò che numerosi, illustri, predecessori non erano riusciti a fare: la verità sulla storia dell’Unità d’Italia. Sì, la vera storia, perché guarda caso quella che per un secolo e mezzo ci hanno propinato attraverso gli abecedari savoiardi era tutta una favola.

Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni.
E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni “anti-terrorismo”, come i marines in Iraq.
Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani…

Vi sembra strano? E’ vero, può sembrare strano, quasi sbalorditivo leggere notizie che nessuno di noi avrebbe voluto sentire e per di più capire, sin dalle prime righe, che tutto ciò che Aprile ci andava narrando era assolutamente vero, sebbene incredibile. Intendiamoci, Terroni è un saggio in cui nulla di nuovo viene riportato sotto il profilo delle scoperte storiografiche. Il libro è una lunga disamina di fatti, per altro puntigliosamente dotati di immancabili riferimenti bibliografici, e di riflessioni con cui l’autore elabora nuovi approcci all’annosa questione meridionale.

Il 150° anno da terroniL’innovazione apportata da Aprile consiste nella maniera fresca, spigliata, ironica in alcuni punti, spietata in altri, con cui l’autore è riuscito a concentrare e a veicolare una mole di informazioni e di riflessioni immensa. Un compitino che noi, cittadini di questa splendida terra, avremo, nel corso del 2011, il diritto-dovere di comunicare, amplificare, approfondire e promuovere, partendo proprio da quello che Pino Aprile ha così meritatamente ha riportato alla luce.

Terroni deve diventare per tutti i meridionali una Bibbia da predicare per ricordare che l’unità d’Italia non fu un’esigenza di tutti gli italiani, ma solo una necessità economica del Regno Sabaudo giunto alle soglie del fallimento.

Veicolare la verità diviene, alla luce di ciò che leggeremo e approfondiremo nel corso del 2011, un dovere anche per il gruppo di autori di Cultura Salentina, da tempo consapevoli delle ingiustizie perpetrate ai danni del nostro territorio. Veicolare cultura equivale, alla luce di quanto premesso, a trasferire coscienza civile, consapevolezza della ricchezza delle proprie radici, ma anche dei danni perpetrati ai nostri territori e delle tante ingiustizie, ancora oggi coscientemente riservate al meridione nella sostanziale inconsapevolezza di molti nostri rappresentanti.

Prendere atto di questa semplice realtà costituisce un chiaro, oggettivo, punto di partenza da cui ricominciare a progettare rapporti nuovi fra Italiani che si rispettano. Ed è con questa speranza che desideriamo augurare a tutti i lettori di Cultura Salentina un 2011 migliore.

Credo che non ci sia terra, oggi, in Europa, che abbia maggior futuro e miglior fortuna da dispiegare, del nostro Sud.

Auguri!


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