Il dogado di Petro Candiano, il primo dei Candiano, in soli cinque mesi finì nel peggiore dei modi. Ucciso in battaglia dai pirati dalmati. Fu il primo dei dogi a morire con le armi in pugno per conto di Venezia.
Eletto doge a furor di popolo, ebbe poco tempo e poca fortuna.
Il giovane Candiano fu acclamato a gran voce dal popolo, legittimato dal vecchio doge Giovanni Partecipazio, malato ma ancora in vita e investito alla suprema carica lo stesso giorno dell’abdicazione del Partecipazio.
Questo fu un fatto rivoluzionario e altrettanto rivoluzionario fu il fatto che l’ex doge, alla morte del Candiano, lasciasse che il popolo scegliesse da sé il nuovo doge. Da questo momento in poi, il popolo non è più un semplice spettatore ma acquista il diritto di eleggere il suo doge e di esprimersi nei momenti salienti della vita pubblica della città lagunare.
Proprietari terrieri originari di Eraclea, i Candiano erano relativamente nuovi nella scena politica veneziana, in perfetta sintonia con il forte sviluppo sociale ed economico che benediceva la Venezia del periodo e trassero il proprio successo proprio sul consenso popolare.
La morte improvvisa impedì al doge di incidere nella politica interna, mentre sul fronte estero si era già imposto di combattere ferocemente i pirati Slavi che infestavano le coste dalmate indicando così la priorità della bonifica della costa adriatica orientale al fine di garantire la serenità dei traffici commerciali veneziani.
E fu proprio in occasione della seconda spedizione contro i pirati che trovò la morte il 18 settembre. Quando fu eletto, e quando morì, Pietro Candiano aveva solo 45 anni.
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