Leggendo il titolo sono quasi sicuro che abbiate esclamato “E basta! Non se ne può più!”. Come darvi torto? D’altronde gli allarmismi planetari ormai sono all’ordine del giorno e rischiano di non fare più notizia.
Recentemente il “flop” della cometa Ison – annunciata come portatrice di sventure e disastri (un pò ci faceva anche la sigla biblica, con quel richiamo nemmeno troppo celato a SION) che, passando dietro alla nostra stella, si è spappolata quasi neve al sole (in fondo quello è) – ha spento gli entusiasmi maso-catastrofisti ed i tremori dei pessimisti.
Il pericolo dei troppi clamori mediatici su asteroidi, comete, sassi spaziali e quant’altro possa interessare da vicino la Terra ed i suoi residenti è che, a forza di piazzarli in prima pagina, si perda la reale percezione del rischio che corriamo da sempre.
Per questo motivo l’ennesimo allarme degli scienzati russi potrebbe suonare a vuoto se non fosse che la nuova cometa in avvicinamento avrebbe la capacità di creare “danni di rimbalzo” sia alle sonde ed ai satelliti attorno e sopra la superfice marziana, sia alla Terra che verrebbe investita da una gragnuola di detriti più o meno grandi in caso di impatto.
Ma andiamo con ordine: la cometa “Siding Spring” (C/2013 A1), individuata per la prima volta dall’omonimo osservatorio australiano, eseguirà un passaggio ravvicinato al Pianeta Rosso, tanto da rischiare la collisione il prossimo 19 ottobre 2014.
All’agenzia spaziale russa (ROSCOSMOS) è scattato l’allarme rosso: gli astronomi hanno stilato un rapporto riservato all’attenzione del presidente Putin, nel quale sostengono che le possibilità di una collisione tra la cometa “Siding Spring” e Marte siano piuttosto alte e consigliano, addirittura, di allertare le difese spaziali russe, rendendo abitabili i 5 mila rifugi destinati alla popolazione civile; rifugi che sarebbero stati completati lo scorso anno dopo l’esplosione di una meteora sulla regione centrale degli Urali, quella per intenderci che è stata visualizzata per milioni di volte su Youtube.
La domanda suona oziosa: se “Siding Spring” colpisse Marte a noi cosa ce ne verrebbe di male? Secondo il rapporto russo un eventuale impatto con conseguente detonazione pari a 20 miliardi di megatoni di tritolo, provocherebbe un cratere dal diametro di 500 chilometri, scaraventando nello spazio un enorme cumulo di “pezzi marziani” i quali, incrociando l’orbita del nostro pianeta, potrebbero generare disastrose collisioni.
“Pezzi marziani” di dimensioni variabili: dalla grandezza di un’utilitaria a quella di un campo da calcio.
Anche Richard Zurek, scienziato capo del Mars Program Office del JPL, ha recentemente prospettato un orizzonte degli eventi affatto rassicurante: “se Siding Spring colpirà Marte Marte ci troveremo dentro ad un gigantesco evento cosmico globale”.
Eloquente quanto basta. Preoccupante? Fate voi.
Inoltre, gli ultimi aggiornamenti della situazione non contribuiscono a fare chiarezza.
L’ ‘astronomo russo Elenin ha prima ipotizzato un transito a 0,00073 UA da Marte il 19 ottobre 2014, sostendendo che esistesse una probabilità di impatto, quindi, a seguito di calcoli più accurati, ha corretto il valore della distanza nominale da Marte in 0,000276 UA (41.000 km).
A sua volta il Near-Earth Object Program Office della NASA, ha calcolato che la cometa potrebbe transitare entro 300.000 km dal pianeta rosso, con una distanza “nominale” dalla superficie stimata in 50.000 km. Secondo gli americani esiste una probabilità di 1 su 600 che la cometa possa impattare sul pianeta, probabilità che si riducono ulteriormente in base ad altri calcoli, ancora più recenti, diminuendo sino ad un fattore di 1 su 120.000.
A spegnere il sospiro di sollievo sono però state pubblicate altre equazioni per nulla tranquillizzanti, nelle quali si giunge alla conclusione (definitiva?) che la cometa passerà più vicino al pianeta Marte di quanto originariamente previsto, ossia ad una distanza pari a 110.000 chilometri…
Tuttavia, impatto o meno, un dato è certo: la chioma di “Siding Spring” avvolgerà l’intero pianeta, generando, comunque, una tempesta meteorica e rappresentando un pericolo per le sonde spaziali in orbita attorno a Marte. In questo caso si avrebbero gravi danni alle tecnologie esplorative, ma almeno noi continueremmo ad andare a vedere le partite negli stadi di calcio, piuttosto che vederceli piovere addosso.
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