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Il 2014 anno dedicato ai trecento anni dell’ascesa al trono di Giorgio I di Hannover

Creato il 01 maggio 2014 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra
Un altro anno di celebrazioni. E se il 2012 era tutto per il bicentenario della nascita di Charles Dickens e il 2013 per quello della pubblicazione di Orgoglio e Pregiudizio, il 2014 è dedicato ai trecento anni dell’ascesa al trono di George Louis von Hanover (1660–1727).
E a chi si chiede (come ho fatto io a suo tempo) che c’entra un tedesco con gli inglesi, la riposta è “c’entra eccome”.
Discendente della Regina Anna, l’ultima appartenente alla dinastia degli Stuart e morta senza eredi nonostante le diciotto gravidanze, il Giorgio in questione fu chiamato a fare il re della Gran Bretagna all’età di cinquantaquattro anni, passando davanti ad una cinquantina di possibili, quanto più legittimi, pretendenti. Ma nonostante Re Giorgio avesse molti difetti (tra i quali quello non piccolo di non parlare l’inglese) un sovrano protestante, anche se tedesco, era per gli inglesi preferibile ad uno locale, ma cattolico come quel Giacomo Francesco Edoardo Stuart, figlio del deposto Giacomo II (padre di Anna) voluto dai Giacobiti. E così, in questo tumulto dinastico degno di una soap opera ha inizio l’Era georgiana.

George Louis von Hanover

Giorgio I


Ma chi erano questi ‘georgiani’? Il periodo prende il nome dai regni dei quattro giorgi che si susseguirono sul trono britannico tra il 1714 e il 1830. Oltre al già citato Giorgio I di Hannover (1660–1727 nella foto a sinistra), passato alla storia sia per le scarse competenze linguistiche della terra che doveva governare, che per aver fatto rinchiudere per trent’anni l’ex moglie Sofia Dorotea per adulterio e per i suoi pessimi rapporti con suo figlio ed erede, Giorgio II (1683- 1760). E se quest’ultimo fu, come il padre, un monarca piuttosto scialbo nella vita privata (oltre a fondare l’università di Gottinga nel suo Regno natale di Hannover e il British Museum a Londra e a litigare a sua volta con suo figlio Federico Luigi, che cacciò dalla corte assieme alla sua famiglia nel 1737, non fece molto altro), fu un valente stratega e un brillante condottiero – fu infatti l’ultimo monarca inglese a guidare di persona e proprie truppe in battaglia.
La morte prematura di Federico vede l’ascesa del figlio Giorgio III (1738– 1820) sul trono britannico. Quello di Giorgio III sarà un regno lungo e denso di eventi epocali – la Rivoluzione Industriale, la Guerra d’indipendenza degli Stati Uniti e le guerre napoleoniche- marcato, oltre che dalla fondazione della Royal Academy, dalla sua pazzia. Suo figlio era il godereccio Giorgio IV (1762–1830), personaggio stravagante famoso più per i pessimi rapporti con il padre (questa dei pessimi rapporti tra padre e figli pare essere una caratteristica dinastica…) e con la moglie Carolina di Brunswick, e per l’intensa vita mondana che per altro. Liberale sostenitore delle arti (sua è quella follia architettonica che è il Brighton Pavilion) e della letteratura, amico di personaggi discussi come Georgiana Cavendish, la Duchessa del Devonshire (presente il film con Keira Knigtley?) suffragetta ante-litteram e apertamente Whig, Giorgio IV ricoprì durante la malattia di suo padre (1812-20) anche il ruolo di Principe Reggente. Da qui il nome Reggenza che produce in arte uno stile ben preciso che corrisponde al Biedermeier dei paesi germanofoni, al Federal degli Stati Uniti ed allo stile Impero francese. Ma sto divagando…
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