Business Insider riprende i dati del Digital News Report 2014 del Reuters Institute for the Study of Journalism dai quali emerge come in Italia l’utilizzo di WhatsApp per ottenere notizie sia del 13% [rispetto al 10% di Twitter, newswire per eccellenza].
Un primato che fa del nostro Paese una delle nazioni al top, dopo Spagna e Brasile, con un utilizzo più che doppio rispetto alla media come mostra il grafico sottostante.
Non a caso Repubblica, il primo dei principali siti di informazione italiani a sperimentare WhatsApp come mezzo di diffusione delle notizie dall’inizio del 2015, dopo pochi giorni si è trovato costretto a sospendere le richieste di adesione al servizio per eccesso di domanda.
Dopo il successo di Buzzfeed, pioniere anche da questo punto di vista, il cui numero di click attraverso il pulsante di condivisione di WhatsApp ha rapidamente superato il numero di click di condivisione via bottone di Twitter, il numero di testate che stanno provando a sfruttare anche questo medium è rapidamente in crescita ed i dati diffusi a fine anno sembrerebbero dare ragione a chi sta facendo sperimentazione in tal senso.
Tra tutti, probabilmente il caso più interessante è quello rappresentato da The Extra, diglital media latino americano, che utilizza WhatsApp per fornire un servizio migliore per comunicare con il lettore usandolo come canale per condividere notizie e informazioni [foto, video, audio e interviste].
Non mancano le difficoltà tecniche e di integrazione, sia per la macchinosità richiesta alle persone per iscriversi [e annullare] la sottoscrizione al servizio che per la necessità di caricare manualmente ogni singolo contatto da aggiungere alla lista di broadcast, anche se la recente introduzione della versione Web dell’applicazione, una volta a regime, dovrebbe migliorare la user experience.
Grandi novità anche da parte di Snapchat, applicazione nota per il suo utilizzo “hot” che invece con il recentissimo lancio di Discover, in collaborazione con testate del calibro di Cnn, Cosmopolitan, ESPN, National Geographic e Vice, ha decisamente destato interesse in tutto il mondo dell’informazione.
Se complessivamente, con 100 milioni di utenti, i numeri di Snapchat iniziano a diventare importanti, in riferimento specifico all’Italia, il confronto con WhatsApp, secondo i dati Audiweb, non regge.
Certamente siamo ancora all’inizio dei giochi, soprattutto nel nostro Paese, ma non vi è dubbio sul potenziale delle app di instant messaging, e la recente introduzione di notifica di lettura del messaggio introduce potenzialmente nuovi strumenti di tracciamento del comportamento del lettore.
Con i media alla continua ricerca di nuovi canali di distribuzione potremmo vedere tentativi e sperimentazioni in tal senso anche alle nostre latitudini oltre a quello di Repubblica. Se le app citate saranno usate per sperimentare forme di open journalism e di engagement il 2015 potrebbe davvero essere il loro anno ma se invece le modalità saranno solo di mera diffusione dei contenuti si sarà sprecata l’ennesima occasione di dialogo, di relazione, con i lettori.