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Il 2015 su Wii U - Recensione di piattaforma - Speciale

Creato il 19 dicembre 2015 da Intrattenimento

Nel più forte momento di transizione nella storia di Nintendo, come si è comportata la sua ammiraglia?

È un momento di transizione a Kyoto, probabilmente il più forte e burrascoso nell'ultracentenaria storia di Nintendo. La morte intempestiva, avvenuta l'11 Luglio, dell'amato presidente Satoru Iwata è stata una sorta di amara e toccante manifestazione plastica di un cambiamento, di un passaggio d'epoca che erano già in corso da tempo, e necessariamente, per via delle condizioni di un mercato già così diverso da quando la stessa Grande Enne l'aveva per l'ennesima volta rivoluzionato col grande ed ambiguo successo di Wii. L'annuncio della collaborazione con DeNA per lo sviluppo di software dedicato ai dispositivi mobile, un annuncio di proporzioni cosmiche che segna per certi versi la fine di uno stile e di una politica aziendale paradossalmente, almeno per i fan, rassicurante proprio per la sua orgogliosa testardaggine, è solo la punta di un iceberg molto più complesso. E questo iceberg, sebbene non riguardi sempre direttamente Wii U, ha profondamente permeato quello che sarà con molte probabilità l'ultimo anno di vita completo della console, con i fari della community già puntati sul misterioso NX: e allora andiamolo a rivivere e analizzare, quest'ultimo anno, che probabilmente, a leggerlo bene, ci potrà dire qualcosa sulla Nintendo del futuro.

twittalo! Riviviamo insieme il 2015 di Wii U tra giochi, incredibili ma pochi, e tanti esperimenti!

I giochi “tradizionali”

Per quanto ormai da tempo una console si possa definire un ecosistema complesso (e la presa di coscienza di questa realtà da parte di Nintendo è uno dei segni del cambiamento), sono sempre loro, i videogiochi, a costituirne l'ossatura e l'attrattiva principale. La Grande Enne è maestra nel produrre software sopraffino, quindi il fatto che nella lineup 2015 di Wii U siano presenti dei capolavori inestimabili non stupisce nessuno: vi rimandiamo alle varie recensioni e allo speciale relativo per gli approfondimenti del caso, qua cerchiamo di guardare il quadro completo e di tirare un paio di somme. L'anno si apre, perlomeno in Europa, con Captain Toad: Treasure Tracker, un platform/puzzle presentato tra mille dubbi ma che poi si è guadagnato il meritatissimo consenso di critica e pubblico. Un altro grande successo è stato Splatoon, uscito a Maggio: con esso la casa di Kyoto è entrata di peso nel mondo degli shooter online, ma l'ha fatto a modo suo, con un prodotto fresco, non violento e dove il fattore principale resta, sempre, il gameplay.

Il 2015 su Wii U - Recensione di piattaforma
Il 2015 su Wii U - Recensione di piattaforma
A Settembre è stata la volta di Super Mario Maker, in pratica un grosso editor assurto a dignità di gioco; Yoshi's Woolly World, a Ottobre, è stato una manna dal cielo per tutti i nostalgici di un certo tipo di platform 2D e infine, solo pochi giorni fa, Xenoblade Chronicles X si è imposto come un jRPG insieme bellissimo e rivoluzionario col suo mondo, rarità in ambito nipponico, veramente "open". Tutto molto bello, ma c'è qualcosa che salta subito all'occhio: sono pochissimi titoli. Per la verità a Kyoto si sono spesi direttamente anche in altro, ma se Mario vs. Donkey Kong e l'ultimo Kirby, per quanto non eccellenti, sono comunque consigliabili perlomeno agli affezionati, i nuovi Mario Party, Mario Tennis e soprattutto Animal Crossing: Amiibo Festival si sono rivelati deludenti, poco più che meri tentativi di sfruttare IP di successo. Ci può stare, nessuno pretende che una software house sforni solo capolavori anche se si chiama Nintendo, ed è proprio a questo che, in genere, servono le terze parti, la cui mancanza mai si è fatta sentire come quest'anno: mentre sulle altre console i vari FIFA, Assassin's Creed, Call of Duty e chi più ne ha più ne metta sono punte di diamante almeno dal punto di vista commerciale, su Wii U son rimasti solo i vari LEGO, Just Dance, Guitar Hero, Skylanders e Disney Infinity, ossia quei pochi franchise ancora considerati attraenti per la "classica utenza Nintendo", e il recentissimo arrivo di Minecraft (addirittura da Microsoft) sembra molto la classica eccezione che conferma la regola. Si è vista anche un'esclusiva abbastanza pompata ma molto deludente, Rodea, e si è cercato di bissare il successo dell'operazione che l'anno scorso portò a Bayonetta 2, ma con destini alterni: ottimo Project Zero, orribile il Devil's Third di Itagaki. Per quanto una console Nintendo possa sempre contare su uno zoccolo duro di affezionatissimi, la mancanza delle terze parti innesca il proverbiale cane che si morde la coda: la console non vende, le terze parti non producono, la console vende ancora di meno. Ci si domanda per quanto tempo ancora una situazione del genere possa essere sostenuta: è tra le principali cause dell'ormai certo pensionamento anticipato di Wii U e va assolutamente cambiata con NX, ma come? La Enne potrebbe fare di più o è vittima di uno stereotipo che poi, a ben guardare, neanche con Wii e la sua sterminata softeca è mai veramente venuto meno? Fiumi di parole son stati scritti sull'argomento, fatto sta che è questo il limite più grande di Wii U, quest'anno come i precedenti. E non migliorano la situazione i ritardi di due pezzi da 90 come Zelda e Star Fox, che ci permette anche di affrontare un ultimo discorso, vale a dire il GamePad. Sarà difatti uno dei pochissimi giochi a sfruttare effettivamente la periferica, che a questo punto, per il 2015 e non solo, possiamo definire un insuccesso, mai in grado di rivoluzionare l'industria così come fece il Wiimote. Con NX ci si inventerà un'altra, pericolosa diavoleria? O si tornerà a costrutti più tradizionali e sicuri?

eShop e online

Che la situazione sia più florida sul fronte delle terze parti indipendenti, che distribuiscono i propri prodotti tramite eShop, è quasi paradossale. Da produttore di hardware noto per la sua chiusura, Nintendo ha pensato bene di aprirsi al mondo degli indie con ottimi risultati: quest'anno sono arrivati in una forma o nell'altra dei nomi grossi dell'ambiente, Trine, Nihilumbra, Swords & Soldiers, Don't Starve e Shovel Knight solo per citarne alcuni, e in esclusiva, console o assoluta, cose come Affordable Space Adventures, Year Walk, Typoman e FAST Racing NEO. Il panorama eShop è ricco e interessante, frutto di un processo in moto da un po' e che quest'anno rappresenta uno dei punti di forza maggiori della console.

Il 2015 su Wii U - Recensione di piattaforma
Il 2015 su Wii U - Recensione di piattaforma
Da questo punto di vista la strada che hanno deciso di intraprendere a Kyoto (indubbiamente anche a causa della mancanza dei grossi publisher, segno che non tutto il male vien per nuocere) è interessante e senza dubbio giusta. Ci auguriamo che anche questo cambiamento sia da vedere come segno della Nintendo del futuro: con una politica aggressiva e un hardware favorevole, NX potrebbe imporsi al centro di una scena sempre più importante nel panorama videoludico. E se la Virtual Console sembra una spanna inferiore a quanto visto su Wii (sono entrati alla grande N64 e DS, ma per esempio solo cinque titoli dello storico SNES hanno rivisto la luce in tutto l'anno), in generale è tutta l'ottica di Nintendo nei confronti dell'online a dare segnali già oggi godibili e sul lungo tempo molto promettenti. Splatoon ne è l'esempio più lampante: è un titolo interamente online e già questo era fantascienza fino a poco tempo fa, ma soprattutto gode dall'uscita di un supporto amorevole e costante che per il momento si è materializzato in una trentina di armi, 8 mappe e 6 modalità aggiuntive, il tutto completamente gratis. Anche hit dell'anno scorso come Super Smash Bros. e Mario Kart hanno visto estendersi il supporto in questo 2015, con DLC estremamente consistenti e venduti a un prezzo molto più basso e accettabile di quello che si vede fare di solito. Nintendo, insomma, alla fine ha seguito tutti gli altri, ma come prometteva il compianto Iwata l'ha fatto a modo suo, senza arrendersi a mercato e convenzioni: se combiniamo tutto questo con la chiusura del Club Nintendo per il lancio venturo di un Network più sistematico in collaborazione proprio con DeNA - e in questo senso i piccoli ma costanti e significativi miglioramenti al Miiverse sono un'altra ottima premessa - non possiamo far altro che guardare con ottimismo al futuro di questa parte del business. Chissà, magari sarà proprio Nintendo, tardiva ma intelligente, a fermare e cambiare l'andazzo di un mercato che sembra avere sempre meno rispetto per il pubblico pagante: in quest'ottica il 2015 di Wii U è da premiare, oltre che per i risultati concreti, proprio perché intelligentemente la casa madre a fronte delle scarse vendite ne ha fatto territorio ideale di sperimentazione, segno di cose a venire molto interessanti.

La parata degli Amiibo

Ci lasciamo per ultima una breve disamina di una nuova parte del business di Nintendo, che trova pieno posto in questo articolo perché per il momento legata a Wii U ma capace di avere vita indipendente e, sospettiamo, parecchio lunga. Gli Amiibo sono nati nel 2014, ma è stato in quest'anno che hanno avuto la loro piena consacrazione a livello commerciale, un aspetto che affronteremo tra poco. Dal punto di vista ludico, invece, la situazione non ci sembra rose e fiori: l'unico titolo in cui le statuette non si limitano a sbloccare qualche contenuto aggiuntivo o a personalizzare l'esperienza è la deludente ultima incursione nel mondo di Animal Crossing, per cui per il momento possiamo dire che, come il GamePad, visti nell'ottica di un "hardware da gioco" non hanno ancora centrato il bersaglio.

Il 2015 su Wii U - Recensione di piattaforma
Ma, e qui sta il punto, ne hanno davvero bisogno? Gli Amiibo sono sì la risposta Nintendo a Skylanders e Disney Infinity, ma a differenza di queste due operazioni crossmediatiche per la natura stessa di Nintendo non devono e non possono essere legate a un singolo gioco, contano su un universo talmente stratificato e amato che finiscono con l'avere una valenza propria slegata dai videogiochi coi quali sono compatibili. Giusto per fare un esempio, il fantastico Yoshi "lanoso" gigante potete star certi sia stato acquistato anche da parecchi individui che non hanno comprato Woolly World, e magari pure da qualcuno che non ha un Wii U. La Enne questa cosa la sa, e ci gioca: possiamo credere solo parzialmente alla fatica di stare dietro alla domanda, la verità è che accordi coi retailer, con le terze parti, linee speciali, presunte edizioni limitate, errori e ristampe varie sono (anche) operazioni di marketing tese ad alimentare mito e richiesta, e la "follia" dei fan più cattivi disposti a tutto per mettere le mani sulla statuetta del proprio personaggio preferito. Oltre 21 milioni di pezzi piazzati in meno di un anno si spiegano così, insieme all'ennesima genialata commerciale partorita a Kyoto, già parte importante dei bilanci trimestrali e forse anche un po' ancora di salvezza in acque burrascose. Qualcuno potrebbe pensare che la casa di Mario abbia dovuto un po' vendere l'anima al diavolo per risollevarsi, oltre ai giochi per cellulari, anche i giocattoli da collezione; la realtà è che Nintendo, in fondo, ha sempre fatto giocattoli, nella loro accezione estesa di prodotti per divertirsi, e non riusciamo a fargliene una colpa se cerca anche un po' di lucrare su un universo costruito in anni di lavoro, allo stesso tempo accontentando tutti gli appassionati. Nati su di esso, gli Amiibo sopravviveranno a un Wii U ormai sul viale del tramonto: auguriamoci che lo stesso discorso valga per tante altre cose interessanti viste quest'anno e nei precedenti, e forse avremo trovato, oltre che una nuova Nintendo, anche un posto importante nella storia per questa console così sfortunata.

Pro

  • Le solite grandi perle Nintendo
  • Scena indie fervente
  • Il successo degli Amiibo
  • Tanti esperimenti per la nuova Nintendo

Contro

  • Una serie di delusioni da nomi attesi
  • Senza terze parti, la softeca è scarsissima
  • GamePad mai sfruttato a dovere
  • Tra poco anche il capitano abbandonerà la nave

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