Magazine Astronomia

Il 2016 che ci attende

Creato il 31 dicembre 2015 da Media Inaf
Mappa 3D della distribuzione su larga scala della materia oscura ricostruita da misure di lente gravitazionale debole utilizzando il telescopio spaziale Hubble

Mappa 3D della distribuzione su larga scala della materia oscura ricostruita da misure di lente gravitazionale debole utilizzando il telescopio spaziale Hubble

Cosa ci attende nel 2016? Secondo Nature e Science potrebbe essere l’anno della materia oscura e delle onde gravitazionali, ma sarà anche l’anno dell’esplorazione di Marte e di Giove.

Si comincia con l’insediamento di Fabiola Gianotti, che dal primo gennaio entrerà in carica come direttore del Cern, e le particelle sfuggenti di materia oscura, la materia invisibile e misteriosa che occupa circa il 25% dell’universo, potrebbero essere generate dalle collisioni del più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern, riattivato nel 2015 e che lavorerà ad una energia decisamente più elevata.  A caccia di materia oscura ci sono anche il rivelatore Ams (Alpha Magnetic Spectrometer), in funzione all’esterno della Stazione Spaziale, e la sonda cinese Dampe (Dark Matter Particle Explorer).

Ancora la fisica è ai primi posti nelle attese per il 2016: sia Nature che Science indicano la possibilità di poter vedere le onde gravitazionali, ossia le vibrazioni dello spazio-tempo provocate da eventi drammatici, come l’esplosione di supernovae, collisioni di buchi neri o il Big Bang.

L’Europa dello spazio aspetta la primavera, con il lancio della missione ExoMars, destinata nel 2016 a dimostrare la sua capacità di far atterrare un rover sul pianeta rosso e, nel 2018, a perforare il suolo marziano fino alla profondità di due metri. Sempre in tema di spazio, molto ci si attende dalla missione della NASA Juno, lanciata nel 2011 il suo arrivo nel sistema gioviano è previsto per la metà del 2016.

IL prossimo anno inizierà la costruzione di quello che sarà il più grande telescopio del mondo, l’E-ELT, telescopio ottico con “vista” italiana. Infatti concluse le opere di urbanizzazione inizia la fase realizzativa del telescopio vero e proprio che dovrebbe avere la sua prima luce nel 2024.

Al via anche la costruzione del Cherenkov Array Telescope Sud. L’osservatorio CTA sarà costituito da una batteria di telescopi destinati a studiare le sorgenti celesti di radiazione gamma e, una volta realizzato, sarà il più potente e sensibile osservatorio per i raggi gamma mai costruito. CTA sarà composto da circa 100 telescopi nell’emisfero Sud e circa 20 telescopi nell’emisfero Nord.

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog