Il tungsteno non ha certo vissuto il suo anno migliore nel 2015.
E non avrebbe potuto essere altrimenti dal momento che la Cina, che rappresenta quasi l’85% della produzione globale di tungsteno, è caduta in una grave crisi economica. Circa i due terzi del tungsteno prodotto è impiegato per produrre carburo cementato, un materiale utilizzato nelle lavorazioni meccaniche (tornitura, fresatura, foratura, etc.), un mercato legato a doppio filo al settore edile.
Di conseguenza, nel corso di quest’anno, il trend per il mercato del tungsteno è stato di un forte calo di prezzo. Il prezzo è sceso dai circa 200 dollari per MTU (tonnellata metrica di minerale) di inizio anno, ai circa 180 dollari di fine anno.
Per chi non avesse seguito il mercato del tungsteno negli ultimi anni, sarà interessante sapere che tra il 2012 e il 2014 i prezzi del tungsteno si aggiravano tra i 350 e i 450 dollari per MTU.
Le speranze sono per un 2016 portatore di una certa stabilità sul mercato, con una domanda agli stessi livelli del 2015In un contesto simile, le speranze sono per un 2016 portatore di una certa stabilità sul mercato, con una domanda agli stessi livelli del 2015. Tuttavia, non c’è nessuno che intraveda una ripresa dei prezzi nel corso del nuovo anno.
Gli analisti sono molto prudenti a causa dell’incognita della Cina, i cui tempi di una possibile ripresa economica sono totalmente ignoti, nonostante alcuni segni di miglioramento grazie alle politiche di sostegno governative.
Gli analisti consigliano agli investitori di non spaventarsi, sottolineando come la domanda di tungsteno sia rimasta coerente per oltre vent’anni e che il calo dei prezzi del 2015 sia stato accentuato da una sostanziale mancanza di liquidità del mercato.
Perciò, in estrema sintesi, la parola d’ordine per un investitore in tungsteno dovrebbe essere “niente panico, la tattica migliore è semplicemente quella di aspettare e vedere cosa succederà“.
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