Entro i prossimi 6 anni, un quarto dell’energia mondiale sarà prodotta da fonti rinnovabili. È quanto afferma l’Agenzia Internazionale dell’Energia all’interno del “’Medium-Term Renewable Energy Market Report”, in cui, oltre a prevedere un aumento del 45% della produzione da FER, si rileva anche come dopo il 2020 la crescita dovrebbe fermarsi e non raggiungere i livelli necessari alla lotta contro il cambiamento climatico.
Secondo lo studio, è stato soprattutto il 2013 l’anno che ha registrato un’impennata di produzione da eolico, solare e idrico. E all’interno dei Paesi Ocse, oggi le rinnovabili rappresentano oltre l’80% della nuova produzione da energia.
Al di fuori di tale area, le rinnovabili sono considerate come la più grande fonte di nuova produzione, ma riescono a soddisfare soltanto il 35% del fabbisogno elettrico confermando l’importanza delle fossili.
Per quanto riguarda i prossimi investimenti in nuove capacità, fino al 2020 sono stimati in oltre 230 miliardi di dollari l’anno, meno dei circa 250 miliardi del 2013. In crescita anche il mercato dei biocarburanti, anche se a ritmi più lenti.
“Le rinnovabili sono una parte necessaria della sicurezza energetica – dichiara il direttore esecutivo dell’Iea Maria van der Hoeven – Tuttavia, proprio nel momento cui stanno diventando competitive sui costi, in un crescente numero di casi l’incertezza normativa aumenta in mercati chiave. I governi devono valutare più chiaramente i costi tra passato, presente e futuro che stanno calando. In molti casi le rinnovabili non hanno più bisogno di alti livelli di incentivi ma di un contesto di mercato che assicuri un rendimento ragionevole e prevedibile per gli investitori”.
[Foto da energiesensibili.it]