Il nazionalismo cipriota - dei greco-ciprioti come dei turco-ciprioti - sfocia costantemente nel feticismo delle bandiere, dei simboli politici in generale, delle date e celebrazioni: ognuno i propri, senza condivisioni; ho vissuto il fenomeno in prima persona, ne ho anche scritto in passato.
Però, quello che sta succedendo in questi giorni ha sorpreso anche me. In buona sostanza, tramite i buoni uffici dell'Onu era stata fissata la data del 29 maggio per la ripresa dei negoziati di riunificazione tra il leader turco-cipriota Derviş Eroğlu e il nuovo presidente greco-cipriota Nicos Anastasiades. Tuttavia, la stampa greco-cipriota si è scatenata contro "il traditore della patria" (Anastasiades), che è stato costretto a chiedere una data alternativa. Ma cosa ha che non va il 29 maggio? Semplice: è la data della conquista di Costantinopoli - il 29 maggio 1453 - da parte di Mehmet II "Il conquistatore"; in effetti, io tutta questa attinenza con le questioni cipriote non ce la vedo: e anzi, quando gli ottomani conquistarono l'isola eliminando la dominazione franco-veneziana - un secolo più tardi - vennero accolti come liberatori, sia dai musulmani sia dai greco-ortodossi.
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