Premio di maggioranza senza fissazione di una soglia minima, l’inedito premio di minoranza, la clausola “salva alleati” per chi ottiene il 2,5% all’interno della coalizione vincitrice, il riparto dei seggi basato sui voti dei candidati presidenti anziché sui voti di coalizioni e liste e il mancato parere obbligatorio della commissione pari opportunità sono i punti contestati e per i quali si richiede al giudice di impugnare la legge difronte alla Corte Costituzionale affinché vengano tutelati i diritti costituzionali dei cittadini-elettori umbri.
L’operazione portata avanti dal Consiglio Regionale con l’approvazione dell’Umbricellum, per quanto sfacciata e arrogante, meritava una decisa risposta da parte di chi non accetta che le istituzioni e le principali regole democratiche diventino ostaggio di squallidi interessi di parte.
Dispiace che debba essere ancora una volta la magistratura a risolvere un problema che la politica non solo non ha saputo risolvere ma ha addirittura creato.
Confidiamo ora nella celerità del Tribunale nel fissare al più presto l’udienza di merito, comunque prima del 31 maggio data delle prossime elezioni.
Michele Guaitini (portavoce Comitato per la Democrazia in Umbria)
On. Adriana Galgano (Scelta Civica)
On. Tiziana Ciprini e Filippo Gallinella (Movimento 5 Stelle)