L’automobile continua a confermarsi il mezzo preferito dagli italiani. A rivelarlo è l’Istat che spiega di quanto le macchine vengano utilizzate per gli spostamenti per motivi di studio o di lavoro. Da segnalare anche, negli ultimi dieci anni, l’esiguo aumento del trasporto pubblico e dell’uso delle biciclette. Se a guidare le regioni con i maggiori spostamenti per lavoro o studio ci sono Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, a chiudere la classifica si trovano tutte le regioni del Sud, insieme a Sardegna e Sicilia, che hanno le quote più basse.
(cronachemaceratesi.it)
L’auto è il mezzo preferito dagli italiani, trasporto pubblico solo per il 15,9%. Ben sei italiani su dieci, secondo i dati definitivi del 15/esimo censimento Istat, usano l’automobile per gli spostamenti quotidiani per motivi di studio o lavoro. In particolare, il 44,9% dei nostri connazionali la utilizza come conducente e il 15,9% come passeggero. Soltanto il 13,4% della popolazione, invece, opta per i trasporti pubblici (o privati) collettivi come treni, tram, metropolitana, corriera. Un dato comunque in lieve crescita rispetto all’ultima rilevazione del 2001, quando i mezzi pubblici erano la scelta del 12,9% dei censiti.
La piccola crescita degli amanti delle biciclette, mentre gli spostamenti a piedi continuano a diminuire. Mediocre performance per le biciclette che in dieci anni hanno guadagnato un più 0,4% passando dal 2,9% al 3,3%. In calo, inoltre, l’abitudine di raggiungere scuola o lavoro a piedi: dal 2001 al 2011 è calata dal 16,9% al 15,8%. Complessivamente, dal 2001 al 2011, le persone che ogni giorno effettuano spostamenti per andare al lavoro o nel luogo di studio sono cresciute di 2,1 milioni. Secondo l’ultimo censimento erano 28.871.447, cioè il 48,6% della popolazione residente. Il 66,4% delle persone che quotidianamente si sposta, inoltre, lo fa per motivi di lavoro (63,8% nel 2001), il restante 33,6% per recarsi al luogo di studio.
Le differenze di mobilità a livello regionale. La mobilità maggiore si registra nelle province autonome di Bolzano (57%) e Trento (56,2%), in Lombardia (54,1%), Veneto (53,6%), Emilia Romagna (53,1%) e Valle d’Aosta (52,7%). Al di sotto del valore medio nazionale si collocano tutte le Regioni del Sud, con le incidenze più basse registrate in Sicilia (41,3%) e Calabria (41,5%), nonché la Liguria.
Gli spostamenti per motivi di lavoro e di studio. Guardando alle sole persone che si spostano per motivi di lavoro (66,4% del totale, mentre il restante 33,6% si reca a scuola o all’università), emerge come ci si sposti di più in quelle del Nord, dove generalmente i tassi di occupazione sono più elevati. Le percentuali più elevate di spostamenti per lavoro si riscontrano in Valle d’Aosta (72,2%), Emilia Romagna (71,3%), Friuli Venezia Giulia (71,1%), mentre nelle regioni del Sud e nelle isole le quote sono più basse. Nelle regioni del Sud sono invece più rilevanti gli spostamenti quotidiani dei giovani per raggiungere il luogo di studio, con le incidenze più alte in Campania (45,1%), Sicilia (41,6%) e Puglia (40,3%). (ANSA)