Youssef, cerata gialla, pantaloni antiacqua e cappello da pescatore, con un gesto del capo ordina di gettare il cadavere in acqua. Krakau lo guarda e non obbedisce.
Spiega il marocchino: « Se arrivano, la polizia dico, non possiamo scaricare, ci saranno ore da perdere e non possiamo andare a casa. Mi capisci. »
« Se ci vedono? Qualcuno alle finestre? »
Youssef osserva il cadavere gonfio e si guarda intorno. È l’imbrunire e si vede poco. Sulla strada che costeggia il canale alcune finestre sono illuminate.
[..]Quando il marocchino è accanto a Krakau capisce che la giornata non finirà presto. La benna ha depositato nel pozzo di carico della draga, fra le biciclette, il corpo di un uomo. Un corpo gonfio e violaceo, morsicato dai topi. Youssef guarda le mani prive di unghie e ha un conato di vomito. Si raschia la gola, sputa in acqua. Guarda il viso largo, gli occhi aperti e protrusi. Youssef e Krakau osservano a lungo, in silenzio, sotto la pioggia olandese. La gerarchia è chiara: comanda Youssef. Non solo perché lui regge il timone. È un fatto di carisma. Krakau tace in attesa di una parola del marocchino. Youssef ordina e Krakau non obbedisce. Youssef pensa. « Se ci vedono che lo buttiamo in acqua, allora sono casini. Ci arrestano » mormora nella sua lingua. « O peggio mi rimandano in Africa. » Krakau lo sta fissando.
Un ispettore un po' malinconico ma ostinato a Utrecht. E un commissario di polizia che non è proprio un cuor di leone, a Palermo. Cosa lega assieme l'ispettore van der Bovenkamp, e il commissario Chiaromonte? I due morti ripescati nel canale del porto di Utrecht: uccisi con un colpo di pistola e lasciati affondare nelle acque del canale dove sono rimasti a macerare per un mese. Era il 15 marzo del 2006. Sono morti che sconvolgono la quiete della cittadina olandese, dove non succede mai nulla e dove ora si concentra tutta l'attenzione della stampa e dei vertici della polizia. I morti non parlano, ma qualche cosa la dicono lo stesso: una catenina di padre Pio al collo, un tatuaggio sul braccio. La parola Alex. L'ostinazione dell'ispettore viene premiata:
“Cercava due italiani maschi, simili fra loro, scomparsi circa un mese prima. Trovò la denuncia di Frank Bartels, proprietario del Tulip Hotel, un albergo malfamato in fondo a Biltstraat.[..] Marcello Colavecchio, quarant’anni. Giovanni Colavecchio, trentotto anni. Due fratelli nati e residenti a Palermo”.
Si tratta di due fratelli palermitani titolari di una agenzia investigativa, specializzata in indagini familiari, tradimenti, corna. Controllando la loro agenda in albergo, la polizia riesce a risalire all'incarico che aveva portato i due investigatori in Olanda: avevano l'incarico di seguire gli spostamenti di un importante politico siciliano, l'avvocato Sanfilippo, in città assieme ad altri politici siciliani e ad una donna. Una donna bellissima di origine russa, anzi baltica: Ludmilla Zamiatenko, chiamata anche l'amante dell'ARS, il parlamentino regionale. La polizia di Utrecht coinvolge i colleghi italiani a Palermo e qui entra nella storia il commissario Chiaromonte che, anziché giocare un'importante partita a pallone, si trova suo malgrado a dover volare fino alla cittadina olandese per occuparsi delle morte dei due investigatori.
«Ludmilla Zamianenko è un’arrivista che è stata con molta gente di potere per avere dei vantaggi. L’amante dell’ARS, così la chiamano.»«Il più importante è Uttilla. È un uomo di circa settant’anni, uno dei più importanti rappresentanti del Partito Liberale per le Riforme.»Saro Maria Uttilla è deputato del Parlamento siciliano. Ha una fedina penale lunga come un lenzuolo.«Gianluigi Sanfilippo è l’avvocato di Uttilla. Ha sessantadue anni ..In pratica lui avrebbe materialmente pagato i giudici dei processi in cui era imputato Uttilla.«Antonello Cardinale è il delfino di Uttilla. Un quarantenne, anche lui con guai giudiziari«Indagato per mafia fa parte della Commissione antimafia?» chiese de Groot «Già» rispose Chiaramonte. «Una cura omeopatica» disse de Groot.Ma siamo sicuri che siano stati uccisi solo per una storia di tradimenti allora? E da chi?
L'ispettore van der Bovenkamp inizia a controllare gli spostamenti dei politici siciliani (esponenti di un partito di governo), arrivando sulle tracce di un conte lussemburghese iscritto alla massoneria e di un “greco”. Un greco che offre carne giovane. Deputati regionali e nazionali con problemi di giustizia. Due investigatori che spiavano un deputato regionale e la sua amanti, pagati dal marito di lei. Uccisi e gettati nel canale. Mafia, criminalità locale e logge massoniche coperte.
“Era un intreccio che non riusciva a capire: tre politici siciliani, una russa, l’olandese, il belga, il massone lussemburghese. Tre morti ammazzati: due investigatori privati e un portiere d’albergo. Perché i Colavecchio erano stati uccisi?”Sono i dubbi che si fanno, in modo diverso i due poliziotti: quello olandese che cerca di andare avanti, prima che l'inchiesta gli venga scippata dal ministero. E anche il commissario italiani che però, si tiene i suoi dubbi per se. Ma in questa storia ci sono anche altri protagonisti: la mafia, la massoneria, un hacker che lavora per la security della Telecom. E anche un soldato della mafia, uno dei migliori killer della famiglia di Resuttana. Franz il tedesco.
Franz il tedescoIl racconto di Antonio Pagliaro, dopo una prima parte che si muove un po' lenta, si sposta in Italia, a Palermo. Dove il commissario Chiaromonte torna al suo lavoro portandosi dietro i suoi dubbi. Dubbi che gli fanno paura perché capisce quanto può essere pericoloso occuparsi della storia.
La prima volta che ammazzai avevo diciassette anni e non ero stato ancora combinato. Fu don Turi a farmi chiamare. Don Turi Chiarenza è un pezzo di novanta, venerato da tutti perché è persona di cuore e grande senso di giustizia. È uomo generoso che aiuta ai bisognosi, protegge ai deboli e punisce a chi non ha educazione.
“Perché devo andarmi a cercare guai?”. Perché andare ad invischiarsi un una storia di mafia (altre morti lo seguiranno a Palermo) quando go pronta la pista passionale che va bene anche al Questore, alla stampa vicina ai palazzi del potere e al palazzo del potere (siciliano) stesso? A differenza di Chiaromonte, Franz era sempre stato un soldato di mafia abituato a non farsi domande.
“Io non faccio domande. Mi limito a fare il lavoro mio. Il lavoro mio è servire la Famiglia, e quando serve uccidere, io domande non ne faccio e uccido”.Un soldato di mafia abituato ad avere tanti soldi in tasca, per pagarsi i ristoranti e le belle donne. Uno che non può innamorarsi: “Io sono un soldato, non posso innamorarmi mai. È semplice semplice.” Ma anche per lui può arrivare l'amore a scombussolare la vita: l'incontro con la scrittrice Gaia Lisbona, con cui non riesce a tenere quell'atteggiamento distaccato, da una notte e via. Gaia lo conquista con quella sua aria triste, con quel suo profumo, con la sua bellezza.
“Gaia che fu la mia rovina. Ma come poteva essere altrimenti? Io sono un soldato, e un soldato non deve innamorarsi, se no si sa che finisce a schifìo”.Un soldato non può innamorarsi, altrimenti non riesce più ad eseguire gli ordini di morte che riceve. E Franz se ne renderà conto molto bene quale sia poi il prezzo da pagare.
Non aspettatevi alcun lieto fine, né per la storia ambientata nella fredda e umida Utrecht, né per la costola del racconto che poi si sviluppa nella primavera palermitana. Come in un romanzo di Sciascia, al lettore e all'investigatore è solo concesso avvicinarsi alla verità.
“Suicidio, scrisse l’ispettore de Groot in un rapporto molto preciso, e archiviò il caso”.La scheda del libro sul sito di Guanda. Il sito dell'autore Antonio Pagliaro, da cui potete scaricare un estratto.
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