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IL BACIO DELLA BIELORUSSA di ANTONIO PAGLIARO

Da Carlo Deffenu
IL BACIO DELLA BIELORUSSA di ANTONIO PAGLIARO
Sono ritornato sul luogo del delitto.Il mio primo incontro con la penna assassina di Antonio Pagliaro, è avvenuto con il primo romanzo che pubblicò nel 2012 sempre per Guanda: "La notte del gatto nero". Quel libro mi piacque così tanto che non potevo di certo negarmi il piacere di un secondo efferato atto criminale: concedersi il piacere di un bel libro senza pensare troppo ai casini della vita... che quelli, mannaggia, non mancano mai!
"Il bacio della bielorussa" è diviso in due parti molto nette e diverse per ritmo, sapore e atmosfera.La prima parte - la mia preferita - si svolge a Utrecht, in Olanda, e inizia quando una benna, per puro caso, ritrova due cadaveri molto simili nella fanghiglia di un canale. Non si capisce subito se si tratti di marocchini, tunisini, o comunque di uomini con dei forti tratti negroidi (un mese in ammollo può modificare parecchio le sembianze di un corpo), ma l'ispettore van den Bovenkamp non si arrende. Cerca di sfruttare al massimo i pochi elementi a sua disposizione - un tatuaggio, una medaglietta con il volto di un uomo barbuto, e una testimone non del tutto affidabile - per capire cosa sia successo a quei poveri Cristi morti ammazzati con dei colpi di pistola. Un collegamento inatteso porterà l'indagine in Italia, E più precisamente a Palermo.Il commissario Alberto Chiaromonte partirà verso l'Olanda per scoprire cosa lega Palermo con una terra così lontana e diversa e molte cose si chiariranno contro la sua stessa volontà. Ci sono di mezzo dei politici importanti e una bellissima donna: una bielorussa dal bacio pericoloso e micidiale. Ricatti, traffici illeciti, abusi, massoneria... il nero è più nero del nero più assoluto e Pagliaro, con il suo stile asciutto e spietato, non lascia scampo al lettore. Tutto scorre e scivola via senza che niente - meno che mai la legge e la giustizia - possano fermare la violenza e il degrado morale.
Uno dei personaggi più riusciti è il killer della mafia Franz la Fata, detto il tedesco. Le parti dove racconta in prima persona la sua vita e le sue gesta, sono le più forti e potenti di tutto il romanzo. Un uomo che non può innamorarsi perché l'amore fiacca e indebolisce un soldato. Un uomo che incontrerà quello che più teme proprio nella sua città. Una donna bella e avvolgente. Un pericolo per lui e per la sua esistenza sempre in bilico.
Come sempre non voglio raccontare molto della trama. Mi incazzo assai quando in una recensione mi dicono troppo e mi rovinano il gusto di scoprire da me le svolte della storia.Posso solo confermare la mia stima per la cattiveria sublime e cinica di Antonio Pagliaro.Uno scrittore che non perdona e non si perdona.Esattamente come un vero soldato che spara le sue pallottole - in questo caso delle storie ben scritte e congegnate - e non si preoccupa troppo di mietere nuove vittime tra i suoi lettori sempre più numerosi.

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