Di certo è un tipo sportivo: camicia leggera bianca infilata nel pantaloncino da calcetto, occhiali da sole lunghi e stretti e, come zaino, un sacchetto da scarpe sportive stracarico.
Sul sedile si muove in continuazione (sarebbe meglio dire non sta mai fermo) mentre tra le mani tiene un libro aperto che legge avidamente, la cui scoperta del titolo mi impiega almeno metà del tragitto, vista la poca tranquillità che regna nel soggetto lettore: Il bacio di Lampedusa di Mounir Charfi.
Dopo dieci minuti di cambio posizione (per lui) e di ansia (per me, vedendo uno che non sta per nulla calmo) riceve una telefonata in cui arriva a dire che è calmo e rilassato all’interlocutore (e meno male); e, dopo una sosta di dieci minuti per far passare l’ennesima freccia che si avventura sulla linea adriatica, si lamenta del ritardo appena maturato dal treno regionale…in questo caso non l’ha presa in modo sportivo.
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