Voyerismo puro. Oggi ho spiato un merlo che faceva il bagno. Merlo non è la parola in codice per il vicino palestrato della porta accanto. Parlo proprio dell’uccello merlo, quello con il becco giallo (quindi maschio, che se non lo sapete i maschi sono neri con il becco giallo, le femmine marroncine tinta unita).
Oggi, che a Pavia soffia un vento berlinese, freddo e irriverente che le mamme disperate dicono ai bambini “copriti le orecchie, c’è il vento”…hihihi manco fosse il lupo, lui – il merlo- faceva il bagno nella gronda della tettoia che copre le biciclette. Lo vedevo sprofondare e ricomparire, con quel capino sempre in movimento, attento a scappare al primo rumore sospetto, dentro un poco di acqua stagnante delle ultime piogge.
Pareva assai contento, il merlo. Si tuffava di testa e ogni volta si scrollava, come un ragazzino (dalla stazza sembrava già un adulto, e di una certa età). “Non avrà freddo?” Mi domando? Mi è tornato in mente il mio uccellino, il Titti, un canarino acquistato alla fiera degli o bej o bej a Milano, che noi lasciamo svolazzare in cucina per sentirci meno in colpa che fosse nato e vivesse in una gabbia in un appartamento a Milano. Lui, il Titti, aveva una vaschetta da bagno azzurra come una miniatura di una vasca da bagno vera. Quando veniva la bella stagione, gli mettevamo l’acqua, tiepida, e lui di testa si tuffava, poi dopo essersi tutto bagnato, gonfiava le penne e si trasformava in un palloncino. Con il becco si puliva sotto le ali, con la stessa dovizia di un gatto che si faccia le pulizie. E alla fine cantava. Con quei trilli da canarino sempre uguali e sempre belli, che per qualche anno sono stati la nostra sveglia al mattino. Quando è morto, lo abbiamo deposto in una piccola bara (un pacchetto di Malboro di mio papà) e l’abbiamo seppellito di nascosto dai condomini
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