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Il ballo dell'ipocrisia collettiva

Creato il 09 marzo 2012 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA

di Paolo Cardenà-
Nei giorni scorsi mi sono volontariamenteastenuto dal dibattito economico sulle (non)  novità proveniente dallaGrecia e relative all'adesione dei privati allo scambio di titoli (swap), per la ristrutturazione del debito ellenico.
Il dibattito, animato un po' da tutti i giornalinazionali, sostanzialmente, si limitava a scommettere sul livello di adesionedei privati (banche, fondi comuni, fondi pensione ecc) all'offerta di scambio equindi, sul fallimento o meno dello stato ellenico. Stamane, proprio mentretutti i giornali sprecano fiumi di inchiostro raccontando del successo (si faper dire) dello swap e titolando che la Grecia è salva (secondo loro), direi che èopportuno riflettere sull'attendibilità di queste notizie e ritengo doveroso offrirviun piccolo  contributo.
La Grecia è fallita e lo è già da molto tempo.Ma questa, almeno per chi segue questo sito, non è una novità.  Uno Statosovrano che minaccia il default strong obbligando, di fatto, i creditoriprivati ad aderire ad uno swap sui titoli del debito sovrano e imponendo untaglio di oltre il 50% del valore, è un default a tutti gli effetti.  E loè per definizione. La novità che invece si registra (ma anche questa, a dire ilvero, non sarebbe neanche una novità), è che l'Europa fa finta che ciò non siavero poiché, l'ammissione dello stato di insolvenza, equivarrebbe ad ammettereil fallimento di tutta architettura europea incapace, per quasi tre anni, diprodurre una soluzione di effettivo salvataggio del paese ellenico che, per dovere di cronaca, rappresenta, nel contesto europeo, ben poco sia in terminidi popolazione che di PIL.
 In realtà,se passasse al mercato un simile messaggio,  questo, reagirebbe subito negandoci la già precaria fiducia e, se non fosse per la liquidità pompata nel sistema dalla BCE con i due finanziamenti, ci farebbe letteralmente a pezzi. Soprattutto a noiitaliani poiché, i mercati si interrogherebbero sulle effettive capacità delleistituzioni europee di salvare l'Italia con i suoi 1900 miliardi debitopubblico, visto che questa missione  non è riuscita per un paese piccolocome la Grecia, dopo quasi tre anni di inconcludenti summit e tavole rotondefallimentari che hanno solo aggravato la tragedia greca. Ecco qua giustificatii miserabili compiacimenti espressi un pò da tutta la nomenclatura politicaeuropea che cela, dietro un falso ottimismo, la loro inesorabile bocciatura.State pur certi che la vicenda Greca non è affatto conclusa. Così come non lo èl'ipocrisia collettiva.

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