Magazine Diario personale

Il ballo della scuola

Creato il 06 dicembre 2015 da Povna @povna

Una delle conseguenze degli “anche no” recitati in queste settimane non solo dalla ‘povna, ma dal suo intero plesso, era stata la decisione di non partecipare, nessun docente, al tradizionale ballo della scuola che si svolge per gli auguri di natale di dicembre, organizzato dalle professoresse Wishes e Compressa (sì, proprio lei), del Prefabbricato.
“Hai impegni per il 9 dicembre?” – aveva domandato la ‘povna a DaddyLongLegs un sabato, a fine scuola.
“Moltissimi” – aveva detto lui mangiando la foglia.
E, per quanto Mr. Higgs provasse a ricordare che forse sarebbe stato opportuno andarci per il piacere degli alunni (che, per l’occasione, si travestono da personale di servizio ai tavoli), nelle settimane – per via di stanchezza, anche, oltre che di ideologia – la loro posizione si era sedimentata.
Si arriva così a martedì scorso. La ‘povna è al Prefabbricato con Scovolino, tutti e due intenti a consegnare in amministrazione le ricevute dei rimborsi di Cipro. Wishes e Compressa compaiono all’orizzonte. L’una tira dritto (visto come è andata all’istituto, la questione della legittimità non è ancora stata sollevata presso Barbie, ha una ricca coda di paglia), ma Wishes si attacca loro addosso come un gattino unghiato.
“Come è che nessuno dalla vostra sede viene al ballo?” – domanda col suo tono Postal Market.
La ‘povna glissa. Wishes continua a blaterare, faticosamente. Infine sia lei, sia Scovolino riescono a scrollarsela di dosso, e a partire verso casa.
Intanto però gli eventi si sono messi in moto. Scovolino medita, e la sera scrive sulla chat degli Amicolleghi:
“Ma siete sicuri che facciamo bene a non andarci?”.
La ‘povna (che ne ha già ridiscusso privatamente, con Mr. Higgs e con Esagono) continua a essere perplessa.
“Da un lato capisco la tua posizione, Scovo, la condivido pure, anzi. Nello stesso tempo non so se ho voglia di pagare anche quest’anno il mio obolo personale alle loro puttanate”.
In più, come la ‘povna spiegherà agli Amicolleghi per aggiunta, non se la sente di cambiare idea dopo che ne ha discusso come Esagono – il cui sciopero bianco di novembre, come è noto, ha determinato una parte non piccola dei rapporti tra la ‘povna e le sue incombenze a scuola.
Si arriva così al giovedì, senza una posizione raggiunta. Scovolino preme perché si arrivi a decidere tutti insieme all’intervallo, ma la ‘povna nicchia: vorrebbe quanto meno riparlarne con Esagono. E poi non le dispiacerebbe, come sempre in questi frangenti, sentire Galileo (il quale le confermerà che pure lui ha deciso di declinare il suo “anche no”, questa volta).
Nel frattempo a scuola la trama della valutazione si dipana come ha raccontato la volta scorsa, e arriva la telefonata di Barbie.
Ed è così che il termine delle consultazioni che la ‘povna ha già descritto la porta a una scelta che non può essere che quella:
“E questo vuol dire anche, per una serie di motivi collegati, che, se voi siete d’accordo, andiamo al ballo della scuola, perché certe azioni hanno senso se si fanno fino alla fine” – scrive in chat agli Amicolleghi.
Loro concordano.
Intanto anche Esagono per telefono la rassicura: “Mi sa che vengo anche io, allora” (la ‘povna sorride, perché è garanzia di bene agire, di solito).
Così venerdì mattina loro cinque si segnano in massa, tra il sorriso degli alunni coinvolti (che ripaga poi di molto).
La ‘povna sa che ha fatto bene, in realtà già non ha dubbi. Poi, sabato mattina, mentre viaggia in treno, lo sceneggiatore le manda la conferma. Sotto forma di un messaggio di Galileo, che recita sintetico: “Alla fine ci vado”.
Così mercoledì, senza soverchia voglia, ma circondata dalla maggioranza delle persone che più stima là dentro (manca solo l’Ingegnera Tosta), la ‘povna farà atto di presenza al ballo (alla faccia di Compressa), e sa che ha scelto giustamente.
Lo sceneggiatore, dal canto suo, sorride.


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