Il bello di Berlusconi è che non hai bisogno di andare dal barbiere per sentire orrende cazzate su qualsivoglia argomento: lui da solo sostituisce barberie e saloni, tassisti e salumieri fa pelo e contropelo, ti regala persino i suoi depliant come fossero quei calendarietti profumati che usavano una volta. Con le donnine scollacciate s’intende.
Con tutto il rispetto: figari, tassisti, salumieri devono intrattenere il cliente, fa parte del loro lavoro e quindi parlano a ruota libera di cose che non sanno. Ma lui no, potrebbe anche starsene zitto e invece tutte le volte che può ci fa sentire quello che potremmo ascoltare dal barbiere. Sempre che questi sia un po’ tonto o in malafede.
Solo quando dovrebbe parlare di cose serie se ne sta zitto perché non ha niente da dire.
E anche oggi, leggendo le cose che sostiene sulla scuola, sugli insegnanti di sinistra che contristano le buone famiglie con le loro dottrine, dopo un’inizio di rabbia, ti prende lo sconforto di dover sentire idiozie anche se sei calvo. E sono talmente rozze, primitive che è anche inutile contrastarle.
Con un grande svantaggio: al barbiere potresti dire, ma com’è che gli insegnanti indottrinano contro di te, i magistrati comunisti ti trascinano in tribunale, dappertutto si ordiscono complotti ai tuoi danni e sei lì da quindici anni ad ingrassarti, arricchirti, accumulare potere e corrompere come un ratto nel formaggio? Con lui no, bisogna ascoltare e rendersi conto con sgomento in mano a chi siamo. E’ come essere in un’edizione stravagante del Grande Dittatore di Chaplin: il barbiere e l’autocrate sono la stessa persona.
Certo forse il premier sarà stato influenzato da quella frase di George Burns per il quale è davvero una sfortuna che tutte le persone che sanno come far funzionare un Paese siano occupate a guidare un taxi e a tagliare capelli. Peccato non abbia capito che era una battuta.