Il volto di Xavi Pascual mentre abbandona il Palau di Madrid lascia intravedere una sfumatura di emozioni che vanno dalla delusione alla rabbia. Solo chi siede sulla panchina Blaugrana da oltre sette anni conosce l’importanza di un Clasico, l’eterna sfida tra le due grandi rivali di Spagna, e perdere non è mai un “buon affare”. Nel derby spagnolo versione Eurolega i Blancos, trascinati da Rudy Fernandez (22 punti con 9/15 dal campo e 39 di valutazione) e Sergio Rodriguez (23 punti con 8/10 dal campo) infliggono ai catalani una lezione di intensità e carattere, rappresentato da un passivo che recita ventiquattro lunghezze.
La formazione di Pascual scivola in quarta posizione nel gruppo E con un record di 3 vinte e 3 perse, tallonato da Galatasaray, Alba Berlino e Zalgiris Kaunas e staccato dal terzetto formato da Real Madrid, Maccabi Tel Aviv e Panathinaikos. Un cammino deludente quello intrapreso dai blaugrana nelle top-16, sopraffatti dai dubbi, infortuni e sconfitte, dopo una regular season condotta a livelli altissimi e conclusa al primo posto del girone C con un record di nove successi e un solo stop, maturato contro il Fenerbahce di coach Obradovic. La partecipazione ai quarti di finale non è compromessa ma coach Pasqual dovrà rivedere i propri equilibri e priorità. Che fosse un’annata di possibile transizione nei pressi del Palau Blaugrana era programmato, perché l’epurazione dell’armata che aveva conquistato Parigi nel 2010, con le partenze di Sada, Michael e Lorbek e l’arrivo di molti giovani non poteva pagare dividenti nel brevissimo tempo. Coach Pasqual è riuscito in estate a tesserare i giovani Tomas Satoransky, guardia classe 1991 proveniente dal Siviglia e Deshaun Thomas, guardia ventiquatrenne cresciuta nel college di Ohio State, soffiandoli alla concorrenza degli altri club europei. Sotto la chioccia di Re Juan Carlos Navarro, il Barcellona sperava di aver trovato altri diamanti da aggiungere alla propria collezione, emulando i progressi di Abrines, guardia classe 1993 che vanta un palmares da veterano. Ma i risultati sono modesti, con il ceco che viaggia a ritmo alternato con soli 3.7 punti di media alle Top 16 mentre l’americano, utilizzato per oltre venti minuti, contribuisce con soli 5.5 punti e 2.2 rimbalzi.
Cifre sufficienti ma che impallidiscono di fronte alle medie scritte dal più “piccolo” della truppa blaugrana Mario Hezonja: 12 punti con il 58% dal campo e 46% da tre punti per l’ala classe 1995. Cresciuto nelle giovanili del KK Dubrovnik prima di passare nel KK Zagabria, ha impressionato agli Europei Under 16 (a 17 anni poi giocava già nella Nazionale Under 19) vincendo la medaglia d’oro e il titolo di miglior giocatore, soffiandolo a un altro “bambino” prodigio croato, Dario Saric, in forza all’Efes. Nel 2012 il grande passo, con l’approdo nel vivaio del Barcellona, in cui trova un contesto che annovera il talento di Rubio, Lorbek, Navarro e Lakovic. Mario, lavora sodo, apprendendo dai più navigati maestri i segreti di un basket giocato in un palcoscenico così ambizioso, prima di diventarne il vero protagonista nella stagione in corso, in cui Pascual gli ha affidato spesso le chiavi del suo Barcellona. Mario carbura lentamente, 2 punti contro l’EA7 Emporio Armani, 3 contro il Bayern assaporando il parquet per dieci minuti di media; la svolta si consuma una sera al Palau contro i biancorossi di coach Banchi, che soccombono sotto i 13 punti del croato. Da li in avanti è un monologo assoluto, impreziosito da prestazioni mai macchiate da forzature o basse percentuali. I 22 punti nel Clasico (nettamente il miglior marcatore dei suoi) con 5/9 da tre hanno confermato che questo ragazzo è già maturo per certi palcoscenici e che non ha assolutamente paura di prendersi responsabilità e anche di rischiare brutte figure.
Più che le cifre, Mario impressiona per una condotta di gara matura ed equilibrata, sfoggiando una selezione di scelte che va al di la dei suoi vent’anni. Nella 19esima giornata di Liga Endesa si è meritato anche il premio di MVP di giornata, grazie ad una prestazione mostruosa che anche i tifosi più navigati del Barça hanno visto raramente: contro Manresa in 23 minuti di gioco ha segnato 24 punti, aggiungendo 6 assist ma soprattutto concludendo con un perfetto 8/8 da tre!
Il passaggio in NBA sarà prevedibile e imminente (nel prossimo Draft NBA è nelle Top 10 pick), ma coach Pasqual e il Barcellona forzeranno il croato per rimanere in Catalogna ancora almeno un anno, consapevoli che i futuri successi del Barcellona cestistico dipendono da Mario Hezonja. E vedremo se Rudy, Sergio e Felipe rideranno ancora.