Ecco la quattordicesima puntata della lettura/ascolto del libro "Il barone rampante" di Italo Calvino!
Mettetevi comodi...........rilassatevi, e ascoltate!
Da pagina 267 fino a pagina 286
”La fine del Cavalier Avvocato fu raccontata da Cosimo dapprima in una versione assai diversa. Quando il vento portò a riva la barca con lui rannicchiato sul pennone e Ottimo Massimo la seguì trascinando la testa mozzata, alla gente accorsa al suo richiamo, raccontò - dalla pianta su cui s’era rapidamente spostato con l’aiuto d’una fune – una storia assai più semplice: cioè che il Cavaliere era stato rapito dai pirati e poi ucciso. Forse era una versione dettata dal pensiero di suo padre, il cui dolore sarebbe stato così grande alla notizia della morte del fratellastro e alla vista di quei pietosi resti, che a Cosimo mancò il cuore di gravarlo con la rivelazione della fellonia del Cavaliere. Anzi, in seguito tentò, sentendo dire dello sconforto in cui il Barone era caduto, di costruire per il nostro zio naturale una gloria fittizia, inventando una sua lotta segreta e astuta per sconfiggere i pirati, alla quale da tempo egli si sarebbe dedicato e che, scoperto, l’avrebbe portato al supplizio. Ma era un racconto contraddittorio e lacunoso, anche perché c’era qualcos’altro che Cosimo voleva nascondere, cioè lo sbarco della refurtiva dei pirati nella grotta e l’intervento dei carbonai. E infatti, se la cosa si fosse risaputa, tutta la popolazione d’Ombrosa sarebbe salita al bosco per riprendere le mercanzie ai Bergamaschi, trattandoli da ladri. Dopo qualche settimana, quando fu sicuro che i carbonai avevano smaltito la roba, raccontò l’assalto alla grotta. E chi volle salire per recuperare qualcosa restò a mani vuote. I carbonai avevano diviso tutto in parti giuste, lo stoccafisso foglia per foglia, i cotechini, i caci, e di tutto il rimanente avevano fatto un gran banchetto nel bosco che durò tutto il giorno. Nostro padre era molto invecchiato e il dolore per la perdita di Enea Silvio aveva strane conseguenze sul suo carattere. Gli prese la smania di far sì che le opere del fratello naturale non andassero perdute. Perciò voleva curare lui stesso gli allevamenti d’api, e vi s’accinse con grande sicumera, sebbene mai prima d’allora avesse visto da vicino un alveare. Per aver consigli si rivolgeva a Cosimo, che qualcosa ne aveva imparato; non che gli facesse delle domande, ma portava il discorso sull’apicoltura e stava a sentire quel che Cosimo diceva, e poi lo ripeteva come ordine ai contadini, con tono irritato e sufficiente, come fossero cose risapute. Alle arnie cercava di non avvicinarsi troppo, per quella sua paura d’essere punto, ma voleva mostrare di saperla vincere, e chissà che sforzo gli costava. Allo stesso modo dava ordine di scavare certi canali, per compiere un progetto iniziato dal povero Enea Silvio; e se ci fosse riuscito sarebbe stato un bel caso, perché la buonanima non ne aveva portato a termine mai uno. Questa tardiva passione del Barone per le faccende pratiche durò poco, purtroppo. Un giorno era lì indaffarato e nervoso tra le arnie e i canali, e ad un suo scatto brusco si vide venir contro un paio d’api. Prese paura, cominciò ad agitar le mani, capovolse un alveare, corse via con una nuvola d’api dietro. Scappando alla cieca, finì in quel canale che stavano cercando di riempir d’acqua, e lo tirarono su zuppo."L'intero testo del libro lo potete trovare al seguente link, cliccate su "Il barone rampante". E qui sotto avete la possibilità di ascoltare la sesta puntata dell'opera. Se non vi riesce dovete scaricare il realPlayer, ma non vi preoccupate è semplice e nella versione base "GRATIS" Qui sotto trovate il link che vi manda diretti all'ascolto: ASCOLTO