Sulla questione non poteva mancare l’opinione degli esperti italiani del settore, da chi trova l’outing “inopportuno” (mentre invece “non criminalizza” i ragazzi che volessero divertirsi “in case di piacere controllate con ragazze maggiorenni”) a chi lo sconsiglia perché impedirebbe di “fare carriera”.
Per tutti cito un articolo trovato oggi, per caso, su Wikipedia.
Ah, per inciso, nessuno dovrebbe essere arruolato nell’esercito.
-m4p-
Il Battaglione sacro (in greco antico ἱερὸς λόχος / hieròs lókhos) era un corpo scelto dell’esercito tebano della Grecia antica, formato da 150 coppie di amanti omosessuali e creato, secondo Plutarco (in “Vita di Pelopida”), dal comandante tebano Gorgida.
Il battaglione fu creato perché si riteneva che ogni uomo sarebbe stato motivato a combattere al massimo delle proprie capacità sia per proteggere il suo amante, sia per evitare di disonorarsi nei suoi confronti.
Plutarco spiega anche la motivazione dell’impiego di questo “Esercito d’Amanti” in battaglia:
“Quando il pericolo incombe, gli uomini appartenenti alla stessa tribù o alla stessa famiglia tengono in minimo conto la vita dei propri simili; ma un gruppo che si è consolidato con l’amicizia radicata nell’amore non si scioglie mai ed è invincibile, poiché gli amanti, per paura di apparire meschini agli occhi dei propri amati, e gli amati per lo stesso motivo, affronteranno volentieri il pericolo per soccorrersi a vicenda.”
Il momento della sconfitta giunse durante la battaglia di Cheronea (338 a.C.), il combattimento decisivo durante il quale Filippo II di Macedonia e suo figlio Alessandro il Grande posero fine all’egemonia delle città-stato. Filippo era stato prigioniero di guerra a Tebe e lì aveva appreso le tattiche militari. Il resto dell’esercito tebano batté in ritirata di fronte all’esercito di Filippo ed Alessandro, ma il Battaglione Sacro, circondato e per nulla deciso ad arrendersi, rimase sul campo e cadde in battaglia. Plutarco racconta che, alla vista dei cadaveri ammassati dei membri del Battaglione, e avendo capito chi fossero, Filippo pianse ed esclamò:
“Che sia messo a morte chiunque sospetti che questi uomini abbiano fatto o sopportato qualcosa di indecente.”